C'è un altro Trittico oltre a quello lombardo ed è una storia tutta da raccontare. Innanzitutto perché è un'idea di ciclismo a cui sarebbe bello abituarsi, un'idea che, come dicono gli organizzatori, «nasce dal basso» ed è un po' la quintessenza di un ciclismo più libero che mettendo insieme una serie di meno alla fine riesce a dare più gusto e più fascino alla dolce fatica del pedalare. Meno frenesia, meno agonismo, meno treni da fissati, meno classifiche, meno tempi, meno griglie ma soprattutto meno iscrizioni perché non si paga e meno regole perché ognuno corre con la bici che ha o che preferisce. Il Trittico è un esperimento che mette insieme tre gare: il «Martesana Van Vlaanderen» che si corre a Inzago nel Milanese sabato 31 marzo, la «Coppa Asteria» sulle strade di Bergamo sabato 2 giugno e la «Muretti Madness» in programma a Firenze sabato 27 Ottobre. Dicono gli organizzatori: «Il trittico è la natura selvaggia del Martesana Van Vlaanderen lungo le rive del Naviglio e dell'Adda, è il fascino di Bergamo Alta della Coppa Asteria, è la magia e la bellezza di Firenze della Muretti Madness. Sono tre eventi dove non c'è competizione, tre appuntamenti per gli amanti del nord e delle salite...».
L'idea è quella lì ed è quella che muove la passione di chi in sella a una bici trova ristoro alla sua voglia di libertà che spesso s'ingabbia nelle griglie di una granfondo. Una sfida che passa più dagli sterrati dell'Eroica che dall'asfalto filante di una gara scandita dal cronometro o da un chip: «L'idea è nata qualche anno fa - racconta Michele Aquila, patron della Muretti Madness - quando con gli altri organizzatori ci siamo conosciuti e ritrovati a pedalare e a parlare delle nostre gare. Così è nata l'idea di metterci insieme in un circuito che è lontano per struttura e filosofia da quelli tradizionali delle granfondo...». Presentato poche sere fa all'Upcycle bike cafè di Milano, il Trittico è alla terza edizione e lo scorso anno ha visto al via più di un migliaio di appassionati. La partecipazione è libera, basta iscriversi. Si parte quando si vuole perché il via è alla francese, ma non è una passeggiata: «Viene chi ha voglia di far fatica - spiega Aquila - perché in tutte e tre le gare che hanno percorsi tra i 100 e i 120 chilometri ci sono strade impervie e ci sono salite. Non c'è un percorso segnato, viene fornita una traccia Gps da caricare sul proprio ciclocomputer e si segue quella. Funziona. E funziona anche per chi non va tanto d'accorso con le tecnologie e il ciclocomputer non ce l'ha perché si formano i piccoli gruppi e basta seguirli».
La realtà è che quelle del Trittico non sono gare. Chi viene a correre lo fa per la passione di pedalare su strade poco battute, spesso dimenticate a volte sterrate e ciottolate e per arrivare fino in fondo che è poi l'unica cosa che chiedono gli organizzatori per consegnare al traguardo la meritata medagli Il 31 marzo si comincia con il Martesana Van Vlanderen, proprio alla vigilia del Giro delle Fiandre. Che non è per niente un caso.
Le Fiandre in Belgio sono i muri, sono la storia del ciclismo, sono una festa nazionale, sono Paese che pedala, che sta sui bordi delle strade ad applaudire, sono birra e panini bevuti e mangiati aspettando la corsa, sono il pavéè che non è un fastidio da asfaltare ma sono cubetti di gloria. Da noi è una piccola rivoluzione fatta sottovoce.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.