La disperazione si fa più intensa nei giorni di festa o di ferie. Quando in giro per non c'è nessuno perché le famiglie, i gruppi di amici, si riuniscono attorno al tavolo di un giardino o di un campeggio. E il rumore della solitudine e dei dispiaceri personali rimbomba assordante dentro a chi è costretto invece a restare in casa ad annaspare tra guai e cattivi pensieri. Maria Grazia P., 57 anni, da mesi sofferente di una brutta forma di depressione, si è sentita senza via d'uscita. E ieri mattina ha deciso di chiudere con l'enorme e ormai inaccettabile tristezza che avvolgeva la sua esistenza. Si è messa così un grosso pezzo di scotch sulla bocca e con una corda al collo attaccata alla ringhiera del balcone di casa - una villetta bifamiliare in via Adua 9, a Motta Visconti - si è impiccata, lasciandosi scivolare silenziosamente nel vuoto. Poco lontano, nella camera da letto dell'abitazione, c'era il padre Luigi, 88 anni, che abitava con lei e che la donna aveva ucciso a coltellate al ventre poco prima di togliersi la vita.
A trovare il cadavere di Maria Grazia ieri, poco prima delle 11.30, è stata la vicina, una donna che abita con il marito e la figlia nella stessa bifamiliare, ma al pianterreno. Quando la donna ha notato quel corpo che penzolava dal piano superiore si è messa a gridare con tutto il fiato che aveva in gola ed è corsa a cercare aiuto dai vicini che hanno avvertito subito il 118 e i carabinieri, anche se era evidente che purtroppo per Maria Grazia non c'era più nulla da fare.
Il pensiero di coloro che in zona la conoscevano, a quel punto, è corso al padre della donna: dov'era? Come poteva non essersi accorto di nulla? E l'ipotesi, terribile, che ha preso forma piano piano nella mente di molti purtroppo si è rivelata poco dopo in tutta la sua tremenda concretezza. Il signor Luigi infatti era disteso sul suo letto, accanto un coltello da cucina con il quale la figlia lo aveva ucciso ferendolo più volte all'addome, al collo e al basso ventre.
La famiglia di Maria Grazia aveva gestito per molti anni una panetteria a Milano, in piazzale Loreto. E finché la salute aveva assistito il padre e la madre e tutti avevano continuato a lavorare tutto era andato bene. Poi erano arrivati gli acciacchi e le malattie. E la serenità era scemata piano piano con gli anni. Con Maria Grazia che all'apparenza sembrava aver attutito ogni colpo infertole dalla vita, mentre in realtà la sua mente aveva cominciato a vacillare, a risentirne. La madre, infatti, si era ammalata gravemente qualche anno fa, il padre aveva problemi di cardiopatia e la zia residente a Milano non stava bene.
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