Ucciso un altro Tatone A Quarto Oggiaro è guerra di mafia

Pasquale era fratello di Emanuele. Ad ammazzare potrebbe essere stato lo stesso killer. La polizia sulle tracce di un pregiudicato

La polizia scientifica sul luogo dove è stato ucciso Pasquale Tatone
La polizia scientifica sul luogo dove è stato ucciso Pasquale Tatone

E' guerra aperta tra malavitosi a Quarto Oggiaro. Dopo l'omicidio di domenica di Emanuele Tatone e del suo tirapiedi Stefano Simone ieri sera è toccata a un altro dei Tatone, Pasquale. Anche lui pregiudicato, di qualche anno più anziano del fratello, è stato freddato mentre si trovava sulla sua auto davanti a casa, in via Pascarella sempre nel cuore del quartiere e nella zona dominata dalla sua famiglia. Un gesto, la sua eliminazione, che ha un significato ben preciso, una vera e propria sfida messa in atto dall'assassino, che gli investigatori credono sia lo stesso di Emanuele. E che come hanno stabilito le indagini e le autopsie eseguite proprio ieri mattina sui cadaveri di Lele Tatone e di Simone, è “uno che sa sparare“. Per la polizia, che a Milano ora si trova a gestire una vera e propria guerra di mafia, il responsabile del duplice omicidio di domenica potrebbe aver agito ieri sarà per prevenire le mosse dei Tatone che avevano scoperto la sua identità e volevano vendicare il fratello. In sostanza a sparare anche ieri sera è qualcuno che ha cercato a sua volta di salvarsi la pelle e di sentirsi sicuro. L'assassino, però, adesso ha le ore contate. Lo sostiene proprio la gente del quartiere. In via Pascarella e in via Graf, nel «regno» dei Tatone, infatti, si parla pochissimo ma si sussurra parecchio. «L'assassino di Lele? Lo stanno per prendere, questione di giorni, forse di ore» spiegavano con un sorrisetto ieri mattina quelli che sono certi di avere la verità in mano. «Qui a Quarto Oggiaro tutti sanno tutto di tutti: si figuri se non c'è chi conosce con esattezza chi frequentava uno come Emanuele Tatone nell'ultimo periodo della sua vita! Un tipo del genere, uno sbruffone che si fa forte del nome della sua famiglia anche se come criminale è uno zero assoluto, si fa notare sempre quando si muove!»
Questo piccolo criminale è entrato subito, immediatamente dopo la scoperta dei cadaveri, nel mirino degli investigatori della squadra mobile. Sarebbe legato a Tatone «il Pazzo» da qualche affare davvero molto modesto che riguarda lo spaccio degli stupefacenti.
Gli investigatori si muovono sicuri ma cauti: per incastrare il criminale servono prove certe e incontrovertibili. Dalle indagini informatiche, dalle intercettazioni e da pedinamenti veri e propri stanno emergendo tutti gli elementi necessari a risolvere l'inchiesta sul duplice omicidio.
Intanto ieri pomeriggio è arrivato il referto dell'autopsia sui cadaveri, eseguita in mattinata.

Emanuele Tatone è stato colpito con tre colpi di pistola alla testa, due quelli che hanno ucciso Paolo Simone. L'arma che li ha uccisi per gli investigatori è quasi sicuramente la stessa. «Anche se questo aspetto lo chiariranno solo gli esami balistici» sottolinea il dirigente della squadra mobile Alessandro Giuliano.

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