Ucciso in mezzo alla strada come un boss della mafia

Ucciso in mezzo alla strada come un boss della mafia

Chi c’era lo racconta come un vero e proprio agguato criminale in mezzo alla strada, tra decine di persone. Come un regolamento di conti di quelli che si vedevano a Roma, ai tempi della banda della Magliana, o a Palermo quando giudici e poliziotti venivano fatti fuori un giorno sì e l’altro pure dalla Mafia con la «m» maiuscola. L’uomo di 44 anni ucciso ieri mattina alle 8.40 in via dei Mille, una strada centrale di Vimodrone, da una raffica di colpi di pistola (tre quelli che lo hanno centrato) sparati da un commando di due scooteristi, del resto, si chiama Giuseppe Nista. Un cognome pesante negli ambienti malavitosi: il fratello, Domenico, meglio conosciuto come «Tyson» o «Mimmo» e arrestato nel 2005 per traffico di droga, compare in almeno due inchieste legate all’omonimo clan di Cologno Monzese. In particolare quella che nel 2009 ha raccontato le infiltrazioni della ‘ndrangheta negli appalti della Tav. E anche Giuseppe - nato a Melzo, sposato, una figlia che va alle elementari e titolare di uno sfasciacarrozze a Segrate - aveva precedenti per stupefacenti e per un tentato omicidio nel 2005. Tuttavia, al contrario del fratello, non viene considerato un personaggio di spicco del clan Nista e, soprattutto negli ultimi tempi, era molto defilato.
Ieri mattina Giuseppe Nista parte da Cologno per anddare al lavoro. In fila, a bordo della sua Bmw station wagon bianca, lungo la statale Padania Superiore, come tanti altri lavoratori pendolari a quell’ora, decide di fermarsi a Vimodrone, al caffè Circolino di via IV novembre. Lo fa sempre Giuseppe quel percorso. Tutti i giorni. Quello è il «suo» bar, è lì che va a fare la prima colazione. E i suoi attentatori lo sanno bene. Così, a bordo di uno scooter, lo aspettano da un po’, nascosti in un giardinetto pubblico accanto al bar. E non appena Giuseppe Nista scende dalla sua auto i due, che indossano entrambi un casco integrale nero, gli compaiono davanti.
Nista è sveglio, capisce immediatamente che quei due sono lì per lui. Così, mentre uno dei killer sullo scooter spara immediatamente una raffica di tre colpi da una calibro 7.65, centrando la vettura, Giuseppe innesta la retromarcia per scappare. Purtroppo colpisce il pilone di cemento del condominio, fermandosi. L’uomo sullo scooter, allora, gli spara altri tre colpi, che stavolta vanno a segno: uno ferisce Nista all’ascella sinistra e un altro al collo. A quel punto lo scooter sembra stia già per allontanarsi quando il killer scende improvvisamente dal mezzo e si avvicina a piedi a Nista, agonizzante a terra, per finirlo, sparandogli la terza pallottola al torace.
L’assassino a quel punto sta proprio per andarsene, quando, prima di risalire sullo scooter dove lo aspetta il complice, si trova, arma in pugno, facci a faccia con un’impiegata di un’agenzia che era uscita proprio in quel momento dal suo ufficio e con la quale rischia di scontrarsi. «Fatti i c.... tuoi!!» le urla scansandola, mentre lei si blocca, attonita. Poi i due criminali scompaiono, sempre sul loro mezzo.
Al fattaccio assistono molti testimoni. Un altra passante, una 43enne incinta, che ha visto tutto, sviene. Sul posto arrivano due ambulanze del 118. I medici tentano di rianimare Nista sul posto, ma le sue condizioni sono disperate.

Morirà un’ora e mezza più tardi, dopo il suo ricovero al Policlinico di Milano. La testimone viene portata sotto choc all’ospedale di Cernusco sul Naviglio.
L’indagine sull’omicidio è nelle mani dei carabinieri del gruppo di Monza.

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