Vigili, Atm, taxi e Scala: ricatti nel nome di Expo

Si avvicina l'evento e sale la tensione Le categorie a caccia di un aumento

Artisti e tecnici della Scala, vigili urbani, lavoratori del trasporto pubblico, all'arrembaggio! Gli assalti sindacal-corporativi al galeone di Expo si succedono senza tregua. Una categoria dopo l'altra, un sindacato dopo l'altro. Come i leggendari Fratelli della Costa, tutti si gettano famelici e aggressivi contro lo sballottato e mal difeso vascello dell'Esposizione universale di Milano, nella speranza di mettere le mani sui forzieri che trasporterebbe per spartirsene il contenuto. Il fatto è che non solo il galeone imbarca acqua, tra batoste giudiziarie e veri o presunti ritardi, ma soprattutto quei forzieri non esistono. Nella stiva gli arrembanti troverebbero solo tanti rotoli di pergamene dove sono registrate montagne di debiti e di spese. E la serie di arrembaggi che da mesi si succedono non fanno che accrescere debiti e spese. L'ultimo assalto è stato lanciato dai 7 (sette per poco più di 3.000 vigili) sindacati dei ghisa, che chiedono minacciosi un incontro «immediato» col sindaco e gli assessori competenti. Pare che sia stata fatta loro l'inaudita richiesta di disponibilità agli straordinari, «irricevibile» senza prima discutere con tutta la carovana sindacale i «progetti organizzativi», gli «accordi specifici per l'Expo» eccetera. «Si scordino che basti parlare di straordinari» intimano, «vogliono 120 pattuglie al giorno? Servono incentivi». Quindi non i soliti, tradizionali straordinari per fare del lavoro straordinario, come da contratto, ma di più.

Analogamente, d'altra parte, a quanto hanno chiesto e ottenuto i viziatissimi e prepotenti orchestrali e coristi della Scala, i quali per il tormentato concerto del 30 aprile in piazza Duomo, sono riusciti a strappare una iperbolica maggiorazione del 600 per cento sul solito compenso, già abbondantemente maggiorato, previsto per gli eventi trasmessi in diretta televisiva internazionale. Avete letto bene, un superstraordinario moltiplicato per sei, da 700 ai più di 1000 euro a seconda della retribuzione base, per avere l'onore e il privilegio di partecipare ad un evento unico di fronte ad una platea mondiale. E a proposito delle sempre più arroganti ed esorbitanti pretese degli scaligeri, viene da chiedersi perché le istituzioni milanesi non prendano mai in considerazione alternative meno onerose ed esigenti ma di paragonabile qualità artistica, meritevoli di altrettanta considerazione professionale e ormai non meno milanesi come l'Orchestra Verdi: poteva essere la volta buona e forse dalle parti del Piermarini si darebbero una calmata e abbasserebbero la cresta. Più ragionevoli e, come spesso possiamo constatare, più attenti alle esigenze della città, i sindacati del trasporto pubblico e l'Atm, forse resi più disponibili all'accordo dagli effetti dell'annoso mancato rinnovo del contratto nazionale, che, stando alla disponibilità della parti, a Milano sarebbe già stato concluso da anni.

È comunque inquietante constatare come certi sindacati, sempre più corporativi e sempre meno sensibili all'interesse generale – soprattutto se rappresentativi di categorie minoritarie -, stiano cercando di ricavare il massimo beneficio da un evento al quale tutti dovrebbero essere fieri di dare il proprio contributo professionale.

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