Ville-cantine, polenta e storia per scoprire Verona e dintorni

Tour in provincia per una pausa dallo stress fieristico Qui i piatti antichi si intrecciano con nuove proposte

Ville-cantine, polenta e storia per scoprire Verona e dintorni

Via dalla pazza folla. Se vi capita di andare al Vinitaly, sempre più grande, sempre più affollato di umani e di eventi, e accusate un momento di stress, il Viaggiatore Goloso vi regala un tour nella provincia di Verona, ricca di suggestioni, storie e sapori. E se non siete stressati venite lo stesso. Prima tappa a Sommacampagna. Al Ponte è uno di quei luoghi della provincia veronese con interessante rapporto qualità-prezzo: luccio su letto di acciughe e prezzemolo con polenta, tagliatelle e gnocchi con ragù a parte, baccalà alla vicentina, ossobuco.

Una volta nella vita bisogna puntare a Madonna di Dossobuono e accomodarsi a una delle tavole di Ciccarelli, facendo da seduti un viaggio goloso: antipasto con polenta, gorgonzola, soppressa, pancetta arrotolata e fegatini di pollo; pasta e fagioli; tagliatelline in brodo o ai 3 sughi (pomodoro, ragù di vitello e fegatini di pollo) a parte; tortellini in brodo o con burro e salvia. Avanza a questo punto il maestoso carrello di arrosti e bolliti, vera gloria del ristorante, accompagnati dall'immancabile salsa Pearà. A San Giovanni Lupatoto, cittadina dove la storia è passata più volte, da Botega & Cusina, oltre alla gastronomia d'asporto, ecco i carpacci e i taglieri accompagnati dalla giardiniera, gli spaghetti con acciughe del Cantabrico conditi con pomodori confit caramellati e serviti con pane di Matera passato al forno e sbriciolato, la bourguignonne con i bocconcini di filetto da immergere nella fonduta di Parmigiano.

Scendiamo verso sud, diretti a Isola Rizza dove la splendida Paola Secchi ci accoglie al Ristorante Perbellini. Francesco Baldissarutti, in questo ambiente caldo ed elegante, crea i suoi piatti intrecciando prodotti lontani tra loro, ma avvicinati con maestria ed eleganza: risotto mantecato allo stracchino con polvere di polenta, alloro, aringa affumicata e limone; spalla d'agnello da latte allo spiedo, asparagi verdi, salsa al wasabi e santoreggia. E per finire la celebre millefoglie «Strachin» del Perbellini. A proposito, qui troviamo i prodotti della premiata offelleria Perbellini di Bovolone. I veronesi hanno le mani in pasta, lo dimostra il percorso di Renato Bosco, dalle pizze classiche alla nuova pizza. Saporè, il suo locale storico, dal 2018, ha sede nell'edificio più antico (1754) di piazza del Popolo a San Martino Buon Albergo. Un tempo oratorio per la confraternita di San Francesco, ora testimone di nuovi profumi, dai dolci per la colazione, ai lievitati, alle pizze che hanno reso famoso Bosco: classica, crunch e doppio crunch, in pala, bagel e tutte le altre, croccanti e gustose.

La trattoria dai Tomasi, che ricorda i figli del primo esercente, si trova a Vago. Nelle due sale vecchi mobili di famiglia e un menu che, insieme con la polenta variamente accompagnata (lardo, soppressa, gorgonzola, finferli) propone qualcosa di mare: code di gambero con cannellini, spaghetti alle vongole.

Una sosta dalla golosità, alla splendida Villa Mosconi Bertani nel cuore della Valpolicella. Fin dal 1500 questa storica villa-cantina oltre ai vigneti, ha ospitato importanti salotti letterari come quello tenuto dalla Contessa Mosconi e da Ippolito Pindemonte. Non distante, la trattoria Caprini, fin dall'inizio del Novecento, ha alternato proposte della tradizione e vino della Valpolicella: antipasto di polenta brustolà con soppressa, lardo e giardiniera, culatello con stracon della Lessinia, lasagnette con ragù della Pierina.

A passo (di carica) transitiamo da Pastrengo dove sostiamo al monumento, da cui si gode di un bel panorama del basso Garda, che ricorda la battaglia e, soprattutto, la carica dei Carabinieri del 30 aprile 1848. Tre squadroni, quasi trecento uomini, di Carabinieri Reali al comando del maggiore Alessandro Negri di Sanfront, cui era stata affidata la protezione del re Carlo Alberto, si trovarono sotto il fuoco austriaco. Con il loro coraggioso contrattacco, non solo protessero il sovrano, ma ribaltarono le sorti delle battaglia. La rievocazione della carica di Pastrengo conclude il famoso Carosello dei Carabinieri.

E noi

concludiamo il viaggio alla trattoria alla Coà di Pescantina con i piatti della casa: agnolotti al tartufo, guanciale di vitello su salsa vellutata. Ma anche bigoli e zuppa di cipolle gratinate. E ora si può tornare al Vinitaly.

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