nostro inviato a Bresso (Milano)
L’applauso scocca quando la messa è finita. Dall’altare erano stati chiari: nessuna interruzione durante la cerimonia. Un milione di persone tenute a freno per due ore esplodono in un’acclamazione interminabile che sorprende lo stesso Papa che si alza, sorride, agita le mani. È un ricostituente per Benedetto XVI in queste settimane di corvi e veleni.
Il Papa intellettuale apprezza il calore di questa marea umana. Gente da 153 Paesi, una folla multicolore, migliaia e migliaia con gli occhi gonfi per aver passato la notte sul prato dell’aerodromo di Bresso. Pochi giorni fa, celebrando il compleanno e l’anniversario dell’elezione, Benedetto XVI aveva detto di essere contento della compagnia dei cardinali. Ieri c’era un esercito di persone decise a non lasciare solo il Papa. Famiglie silenziose, composte, pronte a cantare il gregoriano e rispondere in latino a Benedetto XVI. Che non ha fatto battaglie di principio. È stato come sa essere lui, semplice e profondo, di un’umanità disarmante. Si è rivolto non alla famiglia come astratta categoria sociale, ma ai papà, alle mamme, ai figli. Ha ricordato alcune verità: che «Dio ha creato l’essere umano maschio e femmina», che essi hanno «pari dignità» ma hanno «proprie e complementari caratteristiche perché i due fossero dono l’uno per l’altro, si valorizzassero reciprocamente e realizzassero una comunità di amore e di vita». E ha dispensato consigli come un nonno che svela i segreti che hanno reso felice la sua vita. Ai genitori: «Abbiate cura dei figli. In un mondo dominato dalla tecnica, trasmettete loro, con serenità e fiducia le ragioni del vivere, la forza della fede, prospettando mete alte e sostenendoli nelle fragilità». Ai figli: «Mantenete un rapporto di profondo affetto e premurosa cura verso i genitori, e anche le relazioni tra fratelli siano opportunità per crescere nell’amore». A mariti e mogli: «La vostra vocazione non è facile da vivere, specialmente oggi, ma l’amore è l’unica forza che può veramente trasformare il mondo». Alle coppie separate: «Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica».
Nessun moralismo e neppure niente crociate contro aborto, eutanasia, convivenze, espressioni mai pronunciate. Il Papa ha valorizzato «la testimonianza di tante famiglie»: quello di cui l’uomo può vivere, che sostiene le fatiche, è una via percorribile, anzi già percorsa da gente che indica «le vie per crescere nell’amore: mantenere un costante rapporto con Dio e partecipare alla vita ecclesiale, coltivare il dialogo, rispettare il punto di vista dell’altro, essere pronti al servizio, essere pazienti con i difetti altrui, saper perdonare e chiedere perdono, superare con intelligenza e umiltà gli eventuali conflitti, concordare gli orientamenti educativi, essere aperti alle altre famiglie, attenti ai poveri, responsabili nella società civile».
Un piccolo catechismo costruito sull’esperienza, facile, positivo, che restituisce un significato e una prospettiva al mettere i piedi una famiglia. Benedetto XVI valorizza ciò che di buono già esiste e può essere di aiuto ad altri. Come quando si è rivolto a separati e divorziati, che non possono ricevere i sacramenti. Il Papa non ha accennato a cambiamenti dottrinali, ma ha comunicato vicinanza e affetto, e ha invitato parrocchie e fedeli a fare più attenzione, a realizzare «adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza», così che anche tante sofferenze possano trovare un significato. Anche il richiamo alla festa domenicale non è arrivato come un comandamento, ma come un suggerimento vantaggioso. È sembrato che il Papa dicesse: guardate che un giorno alla settimana di riposo, di festa, è nell’interesse di tutti. «La domenica è il giorno di Dio e della Chiesa». Certo. Ma è anche «il giorno dell’uomo e dei suoi valori: convivialità, amicizia, solidarietà, cultura, contatto con la natura, gioco, sport». Ed è anche «il giorno della famiglia in cui vivere assieme il senso della festa, dell’incontro, della condivisione, anche nella partecipazione alla messa».
Il milione di persone che lo ascoltava ha atteso, pregato, cantato, obbedito. Sono arrivati in ordine, interminabili fiumane cominciate prima dell’alba per un lungo tragitto a piedi, perché il traffico attorno a Bresso era bloccato. Il lungo silenzio dopo la comunione è stato impressionante.
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