Mimetica e gare di sopravvivenza, sui banchi si «studia» da soldato

Le diverse attività serviranno a conoscere il mondo delle Forze Armate, della Protezione Civile e del volontariato

Provare l'emozione di indossare la tuta mimetica per cimentarsi in una marcia di cinque chilometri, gare di tiro e prove di orientamento, prestazioni di primo soccorso e riconoscimento di mezzi bellici. Ma anche trovare appropriate parole nell'immaginare una «Lettera ai familiari di un caduto in missione di pace», accompagnare i disabili in competizioni ginnico-sportive e apprendere i criteri per una corretta alimentazione. Sono le attività del progetto Scuola-Esercito che coinvolgerà gli studenti del triennio delle Superiori nelle province di Milano, Varese, Mantova, Pavia, Bergamo e Brescia. Il protocollo d'intesa verrà firmato il 13 settembre a Milano, in palazzo Cusani, dal generale Camillo de Milato, comandante militare Esercito Lombardia, e dal direttore generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, Annamaria Dominici. Un connubio educativo che in Italia registrerà la sua prima esperienza nella nostra regione durante l'anno scolastico 2007-2008.
«Mediante alcune attività di tipo pratico e di laboratorio - spiega il direttore generale Annamaria Dominici - i giovani saranno chiamati a confrontarsi con situazioni complesse e a farvi fronte con valori quali la solidarietà, la tolleranza, lo spirito di collaborazione». La partecipazione al progetto sarà volontaria e, oltre a premiare chi saprà distinguersi, darà agli allievi la possibilità di un credito formativo ai fini della valutazione didattica. Per quanto riguarda la gara per pattuglie o «Training Day», essa sarà preceduta da 30 ore di lezione spalmate su sei sabati durante i quali nelle aule si avvicenderanno docenti davvero particolari: ufficiali dell'Esercito, militari della Riserva, congedati delle Associazioni d'Arma e personale della Croce Rossa, secondo le varie discipline. Fra queste, diritto, storia, cultura militare, cartografia e orientamento, sopravvivenza, primo soccorso, trasmissioni, tecniche operative e cultura generale.
«Vogliamo dare ai nostri ragazzi - fa sapere il generale de Milato - una esperienza ricca di valori, di impegno e di tradizioni. Il “bullismo” e l'aggressività possono essere sconfitti con la lealtà della competizione ginnico-sportiva, il cameratismo, il rispetto delle regole e la solidarietà. Vale a dire gli ingredienti del senso civico. Gli studenti apprenderanno inoltre molte nozioni utili, ad esempio come comportarsi nelle situazioni d'emergenza. Ma si tratterà anche di un avvicinamento alla Protezione Civile, al mondo del Volontariato e a quello della Forza armata, facendo intravedere loro varie opportunità professionali».
Negli anni scolastici 2005-2006 e 2006-2007, il maggiore della riserva Roberto Viani, docente in un istituto superiore di Brescia, ha già portato a termine il progetto nella sua città: «Abbiamo la necessità - commenta Viani - di creare buoni cittadini e la cooperazione scuola esercito può aiutare a raggiungere quest’obiettivo.

Se in Italia questo connubio può destare sorpresa, è bene ricordare che circa 20mila studenti in Francia, durante la Journée de la Jeunesse, e altri 50mila in Gran Bretagna, dislocati negli oltre mille Army Cadet Force, partecipano a giornate di istruzione e addestramento organizzate dalle Forze armate dei rispettivi Paesi».

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