da Milano
«Noi bamboccioni? Allora proporrò a Padoa-Schioppa un derby lessicale: bamboccioni contro matusa». Matteo Renzi ride ma non scherza. Esponente della Margherita, 32 anni (a 29 quando fu eletto presidente della Provincia di Firenze, il più giovane dItalia), laurea in legge, dirigente dazienda prima di entrare in politica, sposato con tre figli, non si scandalizza per la provocazione di Tps ma risponde a tono: «Quel modo di ragionare mi ricorda Zio Paperone e i pionieri del Klondike».
Che cosa ha pensato ascoltando quellespressione?
«Che tradisce una cultura delle generazioni precedenti che dice: noi abbiamo fatto sacrifici... noi sì che sera bravi... no, questa mitologia generazionale va sfatata».
Come?
«Dicendo che le generazioni precedenti - in particolare quella del 68 - hanno fatto tanti errori. Perché noi che viaggiamo con Ryanair e Easyjet dobbiamo pagare i debiti dellAlitalia?».
Però è vero che i ragazzi italiani conquistano lindipendenza troppo tardi.
«Il problema esiste e ha motivazioni oggettive, non si può dire: è tutta colpa dei bamboccioni che vogliono restare a casa della mamma».
Colpa della società?
«Ecco, questo è lerrore speculare che non dobbiamo commettere. È autoassolutorio. In parte è colpa nostra».
La Finanziaria concede ai giovani qualche decina di euro al mese per laffitto. Tanti o pochi?
«Intanto riconosco a Padoa-Schioppa di averci messo dei soldi. Onore alla sensibilità. Ma se si pensa che il problema siano i bamboccioni, non saranno 300 euro allanno a mandarli fuori di casa. Non cambiano la vita».
Dove bisogna intervenire?
«Primo: luniversità. Baronie, scarsa qualità, concorsi truccati. È il più grave costo della politica. Secondo: il sindacato. Il 54% degli iscritti sono pensionati, i giovani lo vedono come un ostacolo. Terzo: il merito. Dobbiamo convincerci che luguaglianza deve riguardare solo i punti di partenza».
Vasto programma.
«Sono convinto che se ai giovani dici: non posso garantirti un posto a vita ma ti premio se vali e ti assisto se perdi il posto, sono contenti».
Nel 2006 il voto giovanile si era spostato a sinistra. Avverte delusione?
«Cè molta delusione: non riusciamo a dare un messaggio positivo».
giuseppe.salvaggiulo@ilgiornale.it
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