L'ex «diavolo alla festa della Madonna» è oggi un affascinante angelo di 79 anni che vive felice in una bella casa appena fuori Roma, dove le curve calme della campagna ammorbidiscono gli spigoli nervosi della metropoli.
Minnie Minoprio, «icona sexy» della Rai bernabeiana che metteva i mutandoni alle gambe dei tavoli, ogni mattina si affaccia al balcone accolta dall'«applauso» di una decina di pappagallini verdi che volano a farle visita in cambio di un po' di becchime: una scena dal sapore idilliaco che oggi, finalmente, sarebbe stata «benedetta» dalla buonanima del vescovo di Cava dei Tirreni, monsignor Alfredo Vozzi.
Fu invece proprio quel «sant'uomo» di Vozzi che l'11 settembre 1978 scomunicò la «diabolica» Minnie, (s)vestita con una «peccaminosa calzamaglia trasparente», per aver dato «pubblico scandalo» alla festa della Vergine.
All'epoca la Minoprio era al top dello charme, dono che nel corso degli anni si è trasformato in un qualcosa di più complesso e appagante.
Wikipedia - che sulle biografie fa «giurisprudenza» al pari della Cassazione - gliene dà atto solo parzialmente: «Minnie Minoprio, pseudonimo di Virginia Anne Minoprio (Ware, 4 luglio 1942), è una cantante jazz anglo-italiana con un trascorso da showgirl e attrice, attività, queste ultime, per le quali in Italia è maggiormente nota. Ha scritto anche programmi radiofonici per la Rai e testi di canzoni e, successivamente, anche romanzi». Ciò che la «Treccani del web» non può sapere è che, nel frattempo, Minnie è diventata anche un businesswoman con interessi nella gestione di un bed and breakfast e di un locale (il «Cotton Club») cui va aggiunta la passione per i mercatini vintage che l'ex soubrette frequenta con il suo banco di «oggetti delle meraviglie»: cose antiche che tra le mani di Minnie rigenerano a nuova vita, trasformando la «bancarella Minoprio» nella metafora di un'esistenza ricca di successi equamente divisi tra musica, tv, teatro, cinema e letteratura.
In ognuno di questi campi Minnie ha lasciato una traccia, sempre con l'entusiasmo di chi ha saputo accettare vari ruoli, compreso quello della (finta) svampita; che poi è quello che le è rimasto più appiccicato, regalandole molto più del «quarto d'ora» di celebrità di warholiana memoria.
I «15 minuti» della Minoprio hanno infatti coperto abbondantemente gli anni '70 e '80 e sarebbero continuati ancora se Minnie non avesse deciso autonomamente di fare un passo, rinunciando ad accettare compromessi al ribasso.
L'esordio in Inghilterra, suo Paese d'origine.
«Nel 1957, a 15 anni, sulle scene teatrali londinesi in Cinderella, di Rodgers e Hammerstein».
Due anni dopo, nel '59, prima parentesi italiana.
«Fui notata da Walter Chiari e Lelio Luttazzi che mi vollero nella rivista Io e la Margherita».
Nel '62 torna però in Inghilterra.
«Protagonista in una riduzione teatrale della fiaba Il principe e la rana dei fratelli Grimm, ed in musical e spettacoli di rivista a Coventry, Londra e Windsor».
Poi il trasferimento, definitivo, in Italia.
«Una scelta dettata dall'amore, avevo 20 anni. Sposai un costruttore romano, da cui ho avuto un figlio».
La notorietà arriva all'inizio degli anni '70.
«Merito della rivista televisiva Speciale per noi, nella quale accompagnavo, con la canzone Quando mi dici così, la sigla di chiusura della trasmissione cantata da Fred Bongusto».
E qui scoppia lo «scandalo nazionale». Le sue moine attorno a Fred vengono ritenute «troppo provocanti». E parte addirittura un'interrogazione parlamentare per chiederne la «soppressione».
«Quel balletto, in realtà, era innocente e non volgare, studiato apposta per il mio ruolo di svampita tutta mossettine e ammiccamenti».
Al contrario scoppiò uno «scandalo».
«Creato però sul nulla. Monica Vitti mi incrociò in un ristorante, si complimentò dicendomi che non avevo fatto nulla di sbagliato, anzi».
Di chi fu l'idea di «Quando mi dici così»?
«Del regista, Antonello Falqui. Bongusto doveva cantare la sigla finale, ma la sua figura era televisivamente troppo legnosa. Allora, per sciogliere il glaciale Fred, si pensò a una coreografia piccantina».
Peccato che sull'imperturbabile Bongusto - almeno a riguardare il video dell'epoca - non sortì particolari effetti. A differenza dei telespettatori maschi che gradirono, eccome. Eccezion fatta per l'onorevole che presentò l'interrogazione in Parlamento. Ne ricorda nome e partito di appartenenza?
«Forse si trattava di un democristiano. Ma di certo non fu Andreotti».
Che pure di censura era pratico...
«Ma senza essere un bacchettone».
A differenza del vescovo di Cava dei Tirreni che addirittura la scomunicò per uno show davanti alla chiesa ritenuto blasfemo.
«Ma lì fu tutta colpa di un cineoperatore un po' troppo birichino».
Racconti.
«Io e il mio corpo di ballo eravamo stati ingaggiati dal parroco per animare la festa della Madonna. Ma mentre ci esibivamo sul palco in tanga e calzamaglia velata, il cineoperatore cominciò a fare da sotto delle riprese decisamente troppo ravvicinate. Quando il vescovo vide le immagini in tv rimase di sasso».
E lanciò lo storico anatema.
«Io venni scomunicata e il paese fu tappezzato con manifesti che mettevano all'indice il povero parroco che aveva organizzato lo spettacolo».
Come si difese il curato sotto accusa?
«Con una scusa cui non credette nessuno. Disse di aver confuso Minnie Minoprio con Mino Minoprio. Insomma pensava che io fossi un uomo... Ma quando l'equivoco fu chiarito ormai la frittata era fatta».
Poi la «scomunica» le fu tolta?
«Provvide il mio parroco, don Antonino, un prete di larghe vedute, che mi rassicurò: Non ti preoccupare, tu nella mia chiesa puoi venire quando vuoi...».
Ma lei è di religione cristiana?
«Anglicana».
Vive da 50 anni in Italia, ma è ancora legata all'Inghilterra?
«Le radici non si dimenticano».
Che opinione ha della Royal Family?
«Vederla divisa ai funerali del principe Filippo mi ha addolorato, anche se i recenti litigi reali hanno contribuito forse a rendere la Corona più vicina al popolo, azzerando la distanza tra sudditi e sovrani».
A proposito di screzi familiari, lei ha dichiarato di non aver potuto vedere per 9 anni suo figlio.
«È stata una fase dolorosa: conseguenza di una separazione problematica dal mio primo marito. Ma poi, per fortuna, tutto si è rasserenato».
Nel corso della carriera ha conosciuto una folla di personaggi famosi, ci racconti un aneddoto.
«Credo di essere l'unica soubrette che ha fatto l'imitazione di Alighiero Noschese che imitava qualcun altro...».
Si spieghi meglio.
«Io e Noschese recitavamo insieme nel film comico L'altra faccia del Padrino. In una scena Noschese avrebbe dovuto imitare me. Ma io ho il naso piccolo e dritto, mentre lui lo aveva grosso e un po' storto. L'imitazione era impossibile. Quindi si decise di mettere una naso finto a me, facendo credere che fossi Noschese. Insomma, imitai Noschese che imitava me...».
Poi ha lavorato con Mastroianni.
«Un mito. Non aveva bisogno di fare la corte alle donne. Erano già tutte ai suoi piedi»
Altri nomi rimasti nel libro dei ricordi?
«Raimondo Vianello, Sandra Mondaini, Gianfranco Funari, Walter Chiari, Raffaella Carrà, Gigi Reder, Lando Buzzanca, Enrico Beruschi, Aldo Giuffrè, Oreste Lionello, Tony Dallara, Beppe Grillo. Ma potrei continuare all'infinito».
A proposito di Beppe Grillo, che impressione le ha fatto il famigerato video in cui ha difeso il figlio accusato di stupro?
«Assistere a quello sfogo mi ha davvero fatto male».
Lei è mai stata vittima di un abuso sessuale?
«Avevo 25 anni. Un'esperienza terribile. Ma ho trovato la forza di venirne fuori. A testa alta e guardando al futuro. Una donna abusata deve denunciare, riprendersi la propria vita e cercare di superare il trauma subìto».
Parteciperebbe a un reality?
«È un genere di programma che detesto».
Ma che ha alti indici di ascolto.
«Se alla gente propini certa roba, la gente si abitua a quella roba. È un circolo vizioso».
Nostalgia per la televisione dei suoi tempi?
«Sul fronte dell'intrattenimento, gli spettacoli erano sicuramente di maggiore qualità».
Alcune signore della sua generazione vanno ancora fortissimo in tv: Orietta Berti (78 anni), Mara Maionchi (80), Iva Zanicchi (81), Mara Venier (70), solo per fare qualche esempio.
«Sono donne tostissime. Le ammiro molto».
Ha mai pensato di rimettersi in pista? Quale ruolo le piacerebbe?
«Mi vedrei bene come giuria di un talent show. Ma sto bene dove sto e sono gratificata da ciò che faccio. Per il mondo dello spettacolo ho già dato»
I due numeri di Playboy che negli anni '70 le dedicarono la copertina sono diventati oggetti di culto, ricercatissimi sul eBay.
«Addirittura? Dopo 50 anni? Ma cosa ci faranno mai gli uomini con quei giornali?».
Qualche idea potrebbe essere ispirata dalla copertina del Playboy del 1978 col titolo hot: «Minnie Minoprio, il mio nudo più perverso».
«Macché perverso, roba da educande rispetto ai tempi odierni».
L'anno prima, nel 1978, sempre su Playboy il titolo era «Finalmente Minnie Minoprio nuda».
«Nuda si fa per dire. Erano foto leggermente osé. Comunque, acqua passata».
A proposito di «acqua», lo fa ancora quel sogno in cui lei è «stesa su un letto che ondeggia sull'acqua»?
«Prego?».
Lo disse quando era ospite di Marzullo, il quale fece interpretare il sogno da una un'esperta e venne fuori che il significato onirico era legato al sesso.
«Ancora con questo sesso? Io sono una donna che ha amato tanto. Ma sempre all'insegna del sentimentalismo».
Una romanticona che però interpretò la monaca di Monza nella parodia dei Promessi sposi col Quartetto Cetra nel 1985.
«Una parodia, appunto, all'insegna dell'ironia. Una cifra stilistica e caratteriale che cerco di mantenere ancora oggi, a 79 anni, ma con ancora tanta energia».
La Minnie dei «sette spiriti», come recita il libro dedicato alla sua «avventura nel labirinto dello spettacolo».
«Un mondo meraviglioso che mi ha dato immense soddisfazioni, mi ha fatto girare il mondo, mi ha regalato l'affetto del pubblico e permesso di conoscere persone eccezionali. Ma oggi il mio microcosmo è fatto d'altro».
Ad esempio?
«Mio marito, mio figlio, la mia collana di libri sui buoni sentimenti, i miei oggetti di antiquariato, la mia cucina, la mia musica».
Ma ultimamente appare spesso in tv.
«Ogni tanto si ricordano di me. Mi fa piacere».
Cosa vorrebbe fare appena tornerà la normalità post-Covid?
«Una bella crociera. Insieme a mio marito. Con un letto che ondeggia sulle onde».
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