Occhi felici di Ingeborg Bachmann, in scena al Teatro Florian di Pescara fino al 15 aprile e poi in tournée, è uno spettacolo che rifiuta la routine sempre più presente sui nostri palcoscenici. Esso segna il ritorno alla prosa di un maestro della regia di sperimentazione come Giorgio Marini, che ci aveva dato negli anni Sessanta-Ottanta spettacoli di grande originalità. Come non ricordare Doppio sogno di Schnitzler? Marini si è dedicato negli ultimi quindici anni al teatro lirico, dove si è imposto con le sue regie rigorose e insieme innovative.
Un elemento di interesse di questo spettacolo è il fatto che Occhi felici è la prima parte di un progetto triennale del Teatro Stabile dInnovazione Florian dedicato al tema del doppio e dellombra, intrigante e ricco di prospettive. Occhi felici, scritto dallaustriaca Ingeborg Bachmann nel 1972, un anno prima della sua precoce scomparsa, è un racconto morale, centrato non soltanto sul rapporto fra Miranda e lamica Stasi, che prenderà il suo posto nel cuore dell'amato Josef, ma anche e soprattutto sulla circostanza che Miranda è miope e astigmatica insieme. Ha bisogno, quindi, di cambiare continuamente gli occhiali. Questi occhi «che non vedono» sono «felici», come sottolinea il titolo, perché permettono a Miranda una percezione della realtà assai più sottile e penetrante. La Bachmann gioca tutto il racconto su una scrittura asettica, illuminata però da una sottile simbologia e dove prevale il monologo interiore.
È facile immaginare la difficoltà di teatralizzare un testo che è quanto di più letterario si possa immaginare. Giorgio Marini ci riesce alla perfezione con il suo talento visivo e con il suo senso musicale delle battute. Il tema del doppio, con Miranda e Stasi che sono luna limmagine dellaltra, è risolto dal regista in una partitura coreografica e visiva che ha un rigore quasi scientifico e che avvicina il teatro al cinema.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.