Mittel crolla in Borsa Il voltafaccia di Gnutti indispettisce Bazoli

Zaleski: «Troppi contro di noi» Ma Unipol controbatte: «L’asse Hopa-Palladio va bene»

da Milano

Gli uomini di Palladio sono già al lavoro sui conti di Hopa, ma all’indomani del voltafaccia di Emilio Gnutti, il gelo del presidente Giovanni Bazoli è forse superiore alla stessa delusione di Piazza Affari per il definitivo tramonto della «grande Mittel»: meno 5,41% a 6 euro il titolo in chiusura.
Abbastanza per una nuova frattura tra le due anime della finanza bresciana dove non si nasconde come il banchiere, tenuto all’oscuro dei rapporti tra Palladio e Fingruppo (la cassaforte cui fa capo il controllo di Hopa), sia «molto irritato» dall’interpretazione delle regole del gioco. Laconico Romain Zaleski: era «un’operazione osteggiata da troppe persone», ha sottolineato il vicepresidente e grande azionista di Mittel. Quest’ultima, che era in attesa dell’intervento del Monte Paschi su Unipol (cui fa capo il 7,13% di Hopa) per riallacciare le trattative in corso da mesi con Gnutti, a questo punto cercherà un altro canale di sviluppo rinunciando definitivamente alla prospettiva di una unica forte merchant bank bresciana. Grande amarezza si respira anche a Rocca Salimbeni: l’investimento in Hopa potrebbe essere non più «strategico», e il suo presidente Marco Morelli (Mps) potrebbe andarsene. Opposta la reazione di Unipol: la compagnia assicurativa non è stata «spiazzata per niente» ha sottolineato l’amministratore delegato Carlo Salvatori dicendosi «soddisfatto» dell’iniziativa del gruppo guidato da Giorgio Drago e Roberto Meneguzzo. «Palladio è una società ben gestita, conosco gli amministratori che sono valenti professionisti. Per me va bene così», ha proseguito il banchiere che aveva bloccato l’accordo con Mittel lamentando la disparità di trattamento rispetto a Gnutti & C: le azioni in mano a Unipol, Antonveneta, Mps e Bpi erano infatti valutate un euro contro gli 1,25 euro promessi a Fingruppo.
Il patto di sindacato di Hopa, già disdettato, scade a settembre ma Via Stalingrado è in attesa di proposte dai nuovi soci di maggioranza anche se a differenza di Mittel, Palladio non è quotata.

Ancora da chiarire sono inoltre i contorni dell’operazione ma, a meno di sorprese nelle due diligence, Palladio dovrebbe controllare sia il 60% dell’aggregato sia la governance.
L’esito sarà un gruppo con mezzi propri per oltre un miliardo e attivi per 2,5 miliardi, dove spicca un portafoglio partecipazioni con Telecom Italia (3,7%), Assicurazioni Generali (0,4%) e Asm Brescia (5%).

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