Colmar taglia il traguardo dei 100 anni

L'azienda leader nell'abbigliamento sportivo da montagna e nel lifestyle cittadino compie 100 anni e guarda al futuro

Colmar taglia il traguardo dei 100 anni

Colmar, azienda leader nell'abbigliamento sportivo da montagna e nel lifestyle cittadino,taglia il traguardo dei 100 anni. “Guardiamo al passato ma la nostra attenzione è tutta per il futuro” dice Giulio Colombo amministratore delegato con il fratello Carlo della storica azienda fondata a Monza il 31 ottobre del 1923 da Mario Colombo e Irma Tiraboschi, una coppia di giovani sposi con tanta voglia di fare. Cominciano dai cappelli in lana aggiungendo ben presto le ghette, un prodotto all'epoca indispensabile per l'abbigliamento maschile: le ghette. Il bello è che la nuova produzione viene avviata per recuperare i coni difettosi dei cappelli in feltro di lana, ma ha subito un grande successo e il nome Colmar (acronimo di Mario Colombo) comincia a circolare. Con gli anni Trenta l'azienda passa a produrre tute da lavoro in cotone. Si apre così un vasto mercato di imbianchini, operai e benzinai per la tuta che l'artista futurista Thayaht (al secolo Ernesto Michahelles) aveva inventato 10 anni anni prima come “abito universale”. La vera rivoluzione arriva comunque con Leo Gasperi, campione di sci alpino austriaco ma naturalizzato italiano, primatista nel chilometro lanciato nel 1932 e precursore dell'elegantissima tecnica degli sci paralleli. Per lui Colma studia l'avveniristico Thirring, una specie di mantello in tela ultra leggera che gonfiandosi fa assomigliare lo sciatore a un pipistrello in volo. Gasperi diventa una leggenda tanto che quando smetterà di gareggiare diventerà l'ambitissimo maestro di sci di personaggi come Anita Ekberg e Vittorio Gassman. Colmar diventa invece il punto di riferimento degli atleti in cerca di soluzioni innovative per l'abbigliamento tecnico da sci. Per Zeno Colò, primo italiano a vincere la discesa libera ai Mondiali, inventa la cosiddetta Guaina Colò, una capo aderentissimo e aereodinamico costruito con il tessuto elastico solitamente usato per confezionare guaine e bustini. Il grande Zeno sfrutta al massimo le prestazioni dell'indumento inventando la posizione a uovo che cambia per sempre le gare di chilometro lanciato e nella stessa edizione dei Mondiali ad Aspen nel 1950 diventa anche campione del mondo in una nuova disciplina appena introdotta nel mondo dello sci: lo slalom gigante. In azienda sono ormai entrati i figli dei fondatori: Angelo e Giancarlo Colombo. Sono loro a legarsi con la FISI (Federazione Italiana Sport Invernali) in un rapporto che durerà per quasi 50 anni fino al 1992. Nel frattempo Colmar produrrà perfino le sahariane per la Legione Straniera dopo aver vinto quasi per gioco l'appalto. La seconda generazione apre un nuovo business con la distribuzione d'importanti marchi di abbigliamento sportivo a cominciare dai giapponbesi Mizuno fino ad Adidas e Lacoste. Sono gli anni del boom ma lo sci è ancora uno sport di elite che letteralmente esplode negli anni Settanta con la nascita della Valanga Azzurra. Oltre ad avere campioni come Thoeni, Gros, Stricker, Schmalzl e Pietrogiovanna, abbiamo i meglio vestiti in con i colori-simbolo di Colmar (bianco, rosso e blu) e le tute testate nella galleria del vento di Fiat e Moto Guzzi. La mitica giacca da gigante ribattezzata “Ceffa” da Stricker diventa un oggetto del desiderio generazionale.

Fu un momento irripetibili con vittorie e invenzioni a getto continuo. In giro ci sono ancora sportivi che considerano il parallelo di Thoeni e Stenmark come l'equivalente sciistico di Italia-Germania 4 a 3, ma stava già arrivando sui nostri schermi Tomba la bomba, il campione dei campioni, uno a cui Gustavo ha disperatamente tentato d'insegnare la dura disciplina dello sci per poi dire sinceramente ammirato “A lui non serve il passo pattinato, ha due gambe portentose”. Dell'Albertone nazionale si occupa la terza generazione di questa family factory che fa onore all'Italia. Mario Colombo (attuale presidente) con i cugini Giulio e Carlo si occuperà di lui, della meravigliosa Debora Compagnoni (16 vittorie in coppa del mondo, non bruscolini) e d'innumerevoli lanci come quello della giacca Bormio con strati multipli di materiali e maniche staccabili e la giacca Technologic che porta il pop sui campi da sci. Nasce lo snowboard con tutte le sue tribù, cambia il modo di muoversi in città e nel 2009 nasce la linea Originals che declina l'esterienza tecnica del brand in chiave urbana. Adesso nell'azienda di Monza dove lavorano 250 persone (un centinaio di dipendenti sono nei negozi e nella filiale di Shangai) è entrata la quarta generazione con tre cugini d'oro – Stefano, Roberta e Riccardo – che devono aver detto la loro sui festeggiamenti per il centenario. L'idea di fondo è stata: “Niente di agiografico e poco amarcord” fermo restando che non esiste innovazione senza innovazione. Ecco quindi la linea di 10 capi creati in collaborazione con l'artista californiano Joshua Vides che vede il mondo a fumetti e lo traduce in oggetti ad alto tasso di desiderabilità. Saranno venduti solo da Antonia a Milano, sul sito del celebre negozio di moda meneghino e sull'e commerce di Colmar. Poi è stata rimessa a posto una struttura del parco di Monza detta Il Sellaio per offrire a tutti un posto dove allenarsi in sicurezza.

Infine sono state istituite due borse di studio all'Istituto Europeo di Design e in Bocconi oltre a organizzare una grande festa con i dipendenti per la sera del 31 ottobre a 100 anni esatti dall'inizio di questa avventura. Certo è dura pensare che il claim di Colmar è “In caso di neve” nell'autunno più caldo della storia. Ma la capacità di cambiare e innovare è il segreto di chi ha sempre vinto.

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