Modernità nei palazzi antichi

I fiori? Sono voluttuose curve di marmo per Plamen Dejanoff. Mentre la scultura può plasmare un vestiario immaginifico con Piergiorgio Colombara. Non siamo in un museo o in una galleria d'arte ma nel cuore storico di Genova. Almeno da domani fino a domenica 6 aprile (ore 10-19) insieme ai «Rolli Contemporanei», perché presto queste e chissà quali altre opere potrebbero confluire nel nuovo polo culturale evocato da Marta Vincenzi alla presentazione di questo intenso week-end all'insegna della cultura. Una struttura inedita che coniughi arte, tecnologia e ricerca, uno spazio dove le rotte dell'innovazione si incrocino con la cultura umanistica. Una sorta di museo-laboratorio, in relazione a Villa Croce, magari realizzato da un'archistar nel centro hi-tech degli Erzelli: la Vincenzi ne aveva già parlato con Romano Prodi, e sta sensibilizzando le imprese coinvolte per realizzare un piano che vorrebbe vedere concluso prima del 2015, in anticipo sull'Expo e sul progetto per un grande museo di arte contemporanea a Milano.
Ma se i legami con questa e Torino vanno rafforzati, Genova inizia a lavorare su se stessa, a quella sinergia tra pubblico e privato che si rivela sempre più vincente come l'arte contemporanea, che induce anche a pensare ad un Festival del Contemporaneo che coinvolga giovani creativi da ogni dove. Ma, nel frattempo, si salutano i progetti già realizzati, a partire dalla seconda edizione dei «Rolli Contemporanei» che inaugura il fitto carnet de «La Primavera nei Palazzi dei Rolli» scandita da mostre e dalla Nuit des Musées fino all'estate. E i «Rolli Contemporanei» di questo impegno sono una viva testimonianza: eccoli riaprire i propri battenti ad ospiti di eccellenza. Ora coloratissimi e «invadenti», adesso così riservati da respirare al ritmo degli antichi spazi. I nuovi ospiti sono le opere d'arte concepite per l'occasione insieme a eventi e performance per far riscoprire, insieme alle botteghe storiche, il fascino antico della città ponendolo in dialogo con la creatività contemporanea.


Il risultato? Tutto da scoprire, piantina alla mano, insieme alle gallerie e agli artisti coinvolti, da Franco Fienga con il mito di Fetonte tra marmo, acciaio, voce e l'acqua naturale di una fontana, alle sculture di luce di Alessandro Lupi. E poi, ancora, insieme a Christian Rainer, Nina Staehli, Paola Ginepri, Marco Porta e molti altri.

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