Sanremo - In principio ci fu la lettera di Veronica. Quindi il diluvio. Vado a spiegare. Poteva forse il festival farsi trovare impreparato sull’argomento? No, giammai. E allora Sanremo si è messo immediatamente in coda. Di che cosa? Beh, qui si parla dell’amore, quello di una volta e di sempre, secondo copione mondiale, mogli e mariti, mariti e mogli, padri, madri e figli, fratelli, sorelle, insomma la famiglia a denominazione di origine controllata, roba scomoda e di prudente propaganda in tempi clamorosi di Dico che per qualcuno andrebbe letto o almeno sussurrato all’imperfetto, Dicevo.
Dunque Sanremo non vuole farsi mancare mai nulla, è sempre sul pezzo, così subito, al primo giro di valzer, Michelle Hunziker, la debuttante, ha abbandonato la Svizzera dei formaggini, ha tradito le gag di Zelig e ha voluto riscaldarsi il cuore, dedicando una canzone, Adesso tu, al suo ex amore, l’Eros padre di Aurora. E mezza Italia, forse qualcosa di più, si è ritrovata con una lacrima sul viso. Ma c’è pure una fiamma improvvisa e imprevista che ha spedito 500 rose rosse al recapito rivierasco di Michelle. Radiofestival insinua il nome di Antonio Cassano, un calciatore che ha perso il posto in squadra ma anche la testa per una bionda svizzera.
Poi ecco il primo colpo di scena: Francesco Facchinetti, ex dj pluridecorato al tatuaggio, è passato da bella di padella a bello di papà e di mammà. Slittando sulle note dolcissime di Vivere normale, si è ritrovato fronte a fronte con suo padre Robi, il quale, intuendo lo sbandamento, si è messo a guardarlo fisso negli occhi. Ma il quinto Pooh era ormai in trance, si è voltato verso il pubblico, tremando nella voce e tra le poltrone rosse ha intravisto sua madre in sesta fila, con le gote avvampate dal caldo e dalla tensione. Poi sono arrivati i Bella, Gianni e Marcella, fratelli d’Italia e via con i ricordi d’infanzia, dall’isola in su, verso il continente. Non è finita. Ci si è messo pure sua maestà Johnny Dorelli: mentre il pianoforte regalava le prime note di Meglio così, Dorellik ha cercato e subito trovato gli occhi dolcissimi della sua Eva Kant, in arte Gloria Guida assisa e tremante pure lei in primissima fila.
Per non essere in ritardo sul gruppo dei baci perugina Al Bano Carrisi si è portato sul palco un pezzo della sua tribù, Yari, il figlio, ha scritto la musica della maestosa Nel perdono. E Mango? Addirittura con moglie appresso, Laura Valente, martedì leggera figurante, poi ieri sera compagna di canto nei duetti inventati da Pippo Baudo. C’è una sola nubile, per il momento, che rientrerebbe nei sogni famigliari di tutti: Marina Deor, la bionda insinuante che nella stessa serata passa da statuina a fianco del direttore di Raiuno nella prima fila dell’Ariston al finto spogliarello di chiusura del Dopofestival, davanti a cronisti stremati ma affamati sempre e comunque, di cannoli e affini.
A questo punto, però, sarebbe meravigliosa una carambata, tipo Katia Ricciarelli che sbuca, improvvisa, all’Ariston, scendendo soave dalla scalinata, oscurando la Michelle e strizzando in un abbraccio e un bacio vero il suo ex Pippo. Il popolo verrebbe soddisfatto. Seguirebbero applausi oceanici, standing ovation e audience alle stelle. Ditelo a Del Noce.
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