Oltre 600 partecipanti al 37° congresso nazionale della Società italiana di chirurgia vertebrale (Sicv) e del Gruppo Italiano Scoliosi (Gts). Nel corso delle tre giornate del congresso conclusodi ieri sono state affrontate le tematiche relative a tutte le patologie della colonna vertebrale. Tra i temi trattati, la scoliosi, le deformità che oggi si possono curare meglio anche negli anziani, le degenerazioni del rachide cervicale e lombosacrale, le nuove tecniche chirurgiche e i nuovi materiali. «Oggi la schiena si cura meglio e molte patologie si possono anche prevenire e meglio diagnosticare», spiega il professor Bernardo Misaggi, presidente del congresso, primario e direttore della struttura complessa di chirurgia vertebrale e scoliosi dell'Istituto ortopedico Gaetano Pini di Milano, centro di eccellenza e di riferimento regionale, divisione storica, che quest'anno festeggia i 40 anni di attività (l'ospedale ha raggiunto i 140 anni). «La scuola italiana di chirurgia vertebrale -aggiunge - è molto apprezzata dalla comunità scientifica internazionale e lo testimonia la presenza dei colleghi esteri».
Tra gli esperti, per la prima volta, è venuto in Italia a parlare della sua esperienza in ambito chirurgico il professor Lawrence Lenke della Washington university orthopedic surgeons St. Louis. «Il professor Lenke rappresenta, nel trattamento delle deformità, una delle massime autorità scientifiche mondiali - aggiunge il professor Misaggi - ma erano presenti , come relatori, anche altri colleghi come i francesi Mazda, Dubois e Le Huec, il tedesco Mayer, lo svizzero Marchesi». Per la prima volta il Congresso ha messo a confronto ortopedici e neurochirurghi. «Devono collaborare - conclude il professor Misaggi - entrambe le figure si occupano della diagnosi e del trattamento delle patologie vertebrali».
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