Il mondo cambia le atlete non sono schiave traditrici

Il mondo dello sport italiano è ancora smaccatamente, e poco intelligentemente, maschilista. Eppure le donne stanno dando lezioni a tutti. Anche le atlete mamme. Anzi, soprattutto loro. La maternità vien guardata ancora come una sorta di peste bubbonica negli sport di squadra. Molto meno in quelli dove si gareggia singolarmente.
Lo sport oggi è soprattutto lavoro, business e fatica. Non soltanto gloria e viaggi per il mondo. Spesso vedi mamme con baby sitter e pupo al seguito. Necessità più che voglia di traslocare la famiglia. In qualunque lavoro la maternità non è mai la benvenuta per chi paga lo stipendio e deve provvedere di conseguenza. Ma esistono leggi, regole, tutele. Giuste o sbagliate che siano. Nello sport siamo alle tavole sulla pietra.

Le leggi antimaternità nei giochi di squadra sono l’ennesima dimostrazione che il cammino della donna è ancora lungo: misto di inciviltà e protervia. Il tutto figlio di dirigenti poco illuminati.
Giusto chiedere alle atlete di rispettare gli interessi della squadra, nel limite del possibile. Imperdonabile costringerle a sentirsi schiave traditrici.

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