"Il mondo pre-Covid ormai è il passato"

Che non siamo più gli stessi di qualche mese fa è chiaro. È invece meno chiaro quale direzione dobbiamo imboccare, lavorativamente parlando

"Il mondo pre-Covid ormai è il passato"

Che non siamo più gli stessi di qualche mese fa è chiaro. È invece meno chiaro quale direzione dobbiamo imboccare, lavorativamente parlando. A raccontare quale piega prenderà il nostro curriculum è Andrea Malacrida, amministratore delegato di Adecco Group in Italia.

Il Covid non ha cambiato solo la forma del nostro lavoro, ma anche la sostanza.

«La pandemia è stata un crash test gigante. Abbiamo visto aziende molto preparate che hanno reagito e cavalcato bene l'onda. Altre non ci sono riuscite perché non erano pronte sull'e-commerce».

Molti hanno perso il lavoro. Cosa fare?

«Riconvertire. Il settore alberghiero e turistico sono precipitati ma il personale per la pulizia può essere impiegato per la sanificazione di locali e aziende. Occorre un traghettamento verso ciò che serve».

In Italia siamo poco flessibili su questo, cambiare lavoro non è così facile come in altri Paesi.

«Sempre di più lavorare non vuol dire trovare un'occupazione. Significa piuttosto migliorare la propria occupabilità per collocarsi nel mercato a medio e lungo termine. Dobbiamo poterci aggiornare quotidianamente».

Cosa consiglia a chi cerca di ripartire?

«Non bisogna mai fermarsi ai traguardi raggiunti. Non ci possono essere professioni che durano tutta la vita. È ormai necessario avere un portfolio più ampio. Sfatiamo una volta per tutte il mito secondo cui un lavoro si trovi con il passaparola o con la raccomandazione. Funziona ancora così in larga parte ma è sbagliato perché in questo modo non si mixano i lavori con le reali attitudini del candidato».

Tra Covid, crisi e accelerata sulle nuove professioni «digitali», molti lavoratori verranno rottamati?

«Si auto rottamerà solo chi aspetta di essere stimolato e supportato. Sarà una selezione della specie. In realtà è fondamentale che le aziende migliorino le competenze dei loro dipendenti, aiutandoli ad aggiornarsi e a ricollocarsi in base alle nuove esigenze post Covid».

Nulla tornerà più come prima, giusto?

«Tornare a quello che facevamo prima del Covid sarebbe l'errore più grande. Nei prossimi cinque anni i nuovi lavori saranno il 60%. Bisogna avere il coraggio di cambiare. Questo significa anche che i lavori non scompariranno ma si adatteranno ai cambiamenti.

Anche fare selezione del personale è ben diverso rispetto a prima di febbraio. Ora i colloqui si fanno on line. Ripeto, è molto importante misurare l'indice di occupabilità di chi cerca lavoro e aggiornare in continuazione la sua preparazione. Più velocemente di prima».

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