Si trovava a Timbuktu Stephen McGown, quanto fu rapito da uomini di Al Qaida, che in Mali e nella più vasta zona del Sahel da anni puntano a rapire occidentali per finanziare le proprie attività con riscatti cospicui. Era il novembre 2011 e il sudafricano si trovava nella capitale del Mali per turismo quando venne catturato.
Per sei anni l'uomo è rimasto nelle mani dei jihadisti, l'ostaggio che più a lungo ha trascorso tempo in prigionia tra quelli sequestrati nel Mali. È libero dal 25 luglio McGown, ma non è chiaro come sia stato liberato. Il ministero per le Relazioni internazionali del suo Paese natale, Maite Nkoana-Mashabane, ha garantito che di riscatti non ne sono stati pagati, ma non è possibile stabilire se sia o meno solo il ribadire una policy ufficiale.
È l'Associated Press a ricordare come la ong sudafricana Gift of the Givers Foundation - impegnata insieme ai governi sudafricano e britannico - abbia più volte avuto contatti con "intermediari" di Al Qaida, per discutere di un cospicuo riscatto che avevano richiesto per assicurare la liberazione del 42enne McGown.
Con lui era stato rapito anche lo svedese Johan Gustafsson, che fu poi liberato a fine giugno.
Anche in quel caso le autorità negarono a livello ufficiale il pagamento di un riscatto, come prassi in questi casi. Nel 2015 un turista belga che era stato sequestrato nelle stesse circostanze fu liberato in un raid organizzato dai francesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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