"Era l'unica vera opzione" perché il suo cliente potesse difendersi dall'accusa di stupro. Così l'avvocato della difesa di un uomo accusato nel Connecticut ha spiegato perché il suo cliente si sia calato le mutande nel bel mezzo di un'aula di tribunale.
La donna che sostiene fosse lui il responsabile dello stupro aveva identificato Desmond James nel 2014, dopo avere visto una sua fotografia nelle news. Aveva descritto un uomo di colore con il pene di un incarnato meno scuro del resto del corpo. Ma secondo Todd Bussert, che difendeva l'accusato, l'organo riproduttivo del suo cliente non assomigliava per nulla a quello descritto dalla vittima.
La strategia della difesa era quella di presentare in aula fotografie scattate a James, per provare il punto. Peccato che - lo ha raccontato l'avvocato al Washington Post - in una delle immagini il flash avesse alterato il "soggetto", rendendo necessario chiedere al giudice di presente una prova di diverso tipo. Una testimonianza in carne e ossa, per così dire.
Il problema a quel punto è stato convincere il cliente, chiaramente restio.
Alla ripresa del processo James si è presentato di fronte alla giuria, dopo che gli avvocati hanno avvisato i membri di ciò che stava per succedere, e si è sbottonato i pantaloni. È bastato questo perché la Corte desse ragione all'uomo, tra le proposte dell'accusa.Assolto? Da questo caso, sì. Ma James sta scontando 65 anni di carcere per avere abusato di una bambina di dieci anni.
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