Aereo Egyptair cade in mare "Forse una bomba a bordo"

L'ipotesi di un ordigno esploso in volo prende sempre più piede. I servizi israeliani: "È successo qualcosa di violento e improvviso"

Aereo Egyptair cade in mare "Forse una bomba a bordo"

TEL AVIV "Serviranno giorni, forse settimane per avere certezze, ma una bomba a bordo è certamente una possibilità". L'alto ufficiale della sicurezza israeliana abbassa gli occhi, come a setacciare un vocabolario invisibile in cerca delle parole giuste: "Dalle informazioni che abbiamo è successo qualcosa di violento e improvviso". E un missile, vista la posizione e l'altitudine dell'Airbus 320 sparito all'improvviso dai radar, viene ritenuta un'ipotesi poco probabile. Qui a Tel Aviv l'allarme è scattato già nella notte: l'improvviso blackout dell'aereo non è sfuggita agli attenti occhi dell'intelligence israeliana che scrutano con particolare cura il tratto di mare tra Grecia ed Egitto in cui si sarebbe inabissato il volo MS804 della Egyptair.

All'aeroporto Ben Gurion, lo scalo internazionale che serve il Paese, protetto da misure di sicurezza senza rivali nel mondo, è subito scattata la procedura di sicurezza che prevede in casi simili una valutazione dell'impatto dell'evento sul traffico aereo israeliano. I dirigenti dello scalo, il cui direttore esecutivo Shmuel Zakay è un ex generale della Brigata Golani, il fior fiore dell'esercito israeliano, hanno deciso che al momento le misure di sicurezza erano sufficienti. Ma la raccolta di informazioni proseguirà senza sosta seguendo una certezza di cui l'intelligence israeliana da tempo discute con quelle dei partner europei e americani: il terrorismo islamico ha individuato l'aviazione civile come uno dei principali obiettivi delle proprie azioni. "Sanno benissimo che abbattere un aereo significa provocare un danno enorme all'economia dei Paesi coinvolti", dice uno dei responsabili della sicurezza dell'aeroporto di Tel Aviv.

L'inchiesta sta ricostruendo il percorso dell'aereo caduto, incluso quello precedente al decollo da Parigi in direzione del Cairo. Il velivolo nelle 24 ore immediatamente precedenti era atterrato al Cairo, a Tunisi e ad Asmara, in Eritrea. Non si esclude l'ipotesi che in uno di questi aeroporti, con la complicità di qualche addetto aeroportuale, sia stato stato installato un ordigno (dinamica analoga a quella ipotizzata per l'abbattimento dell'aereo russo da parte delle formazioni dell'Isis nel Sinai), magari con un meccanismo a tempo. Un'ipotesi azzardata, ma non impossibile. Resta però in campo anche l'ipotesi peggiore per la sicurezza di chi vola in Europa: che la bomba sia salita a bordo a Parigi.

E c'è chi ricorda che nello scorso novembre, proprio all'aeroporto Charles De Gaulle le autorità di sicurezza avevano ritirato il badge per entrare nello scalo a 57 lavoratori aeroportuali finiti nella lista nera dell'anti terrorismo perché sospetti di radicalizzazione islamica. Un'ipotesi, dicono i responsabili della sicurezza dell'aeroporto Ben Gurion, che sconvolgerebbe le regole della sicurezza aerea in Europa.

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