Tra poche ore, l’Air Force testerà un missile balistico intercontinentale Minuteman III LGM-30G disarmato dalla base di Vandenberg. Secondo la nota ufficiale, il lancio era stato programmato da circa un anno e non avrebbe alcuna connessione con la crisi nella penisola coreana. Tuttavia, la tempistica è a dir poco curiosa. Il lancio è stato programmato per oggi, poche ore dopo l’inizio dell’esercitazioni militari (anche queste previste) per l'ottantacinquesimo anniversario dell'Esercito Popolare di Corea.
Solitamente, il 30th Space Wing pianifica annualmente quattro lanci per testare tutte le fasi del sistema d’arma e dimostrare l’efficacia della componente strategica terrestre degli Stati Uniti. La posizione geo-localizzata è il principale nemico della componente strategica terrestre in un attacco preventivo, ma rappresenta la componente fondamentale della Distruzione mutua assicurata.
Gli Stati Uniti hanno 400 ICBM Minuteman III nei silos del Wyoming, North Dakota e Montana sempre pronti al lancio.
Secondo quanto stabilito nel 2010 dalla Nuclear Posture Review, gli Stati Uniti rimoduleranno la triade in base al New Strategic Arms Reduction Treaty. Entro il 5 febbraio del 2018, gli Stati Uniti avranno 700 lanciatori strategici schierati ed altri cento in riserva.
La componente strategica terrestre
400 ICBM Minuteman III schierati nei silos del Wyoming, North Dakota e Montana sempre pronti al lancio. Ogni missile trasporta una singola testata da 300 kilotoni. Altri 50 missili sono stati posti in riserva. I 50 silos smantellati saranno mantenuti a caldo, cioè preserveranno la loro capacità di lancio. Sulla flotta Minuteman III, in base ai trattati di non proliferazione, è già stata rimossa la capacità Mirv/Marv per quattro testate a rientro multiplo indipendente. Boeing collabora con l'Air Force dal 1958 alla progettazione, assemblaggio e verifica del sistema Minuteman. Il sistema d’arma, entrato in servizio nel 1970, difficilmente riuscirà a sopravvivere alle difese aeree nemiche in linea dal 2030.
Nel 1963 la forza Icbm statunitense raggiunse i 597 missili pronti al lancio, portati a mille nel 1966. Il numero è stato poi ridotto gradualmente fino a 450 nel 1991. Tutti i presidenti da Lyndon Johnson in poi, hanno proceduto a ridurre l’arsenale strategico. Nonostante tutto, la capacità nucleare statunitense resta superiore a quella di Gran Bretagna, Cina, Francia, India, Israele, Corea del Nord e Pakistan messe assieme. Il programma Ground Based Strategic Deterrent dovrà dare luce ad un nuovo missile balistico che resterà in servizio fino al 2080. Il costo della nuova componente strategica terrestre è al momento stimato in 85 miliardi di dollari, proiezione al ribasso, ma potrebbe superare quello del programma F-35. I fondi sono così divisi: 22,6 miliardi per la ricerca e lo sviluppo, 61,5 miliardi di dollari per l'approvvigionamento e 718 milioni di dollari per l’ottimizzazione delle strutture militari.
L’Air Force dovrebbe acquistare 642 missili ad un costo medio di 66,4 milioni di dollari ciascuno, anche se il numero potrà essere soggetto a variazioni. Tra il 2036 ed il 2040 è stimata una spesa supplementare di 1,25 miliardi all'anno per operazioni e costi di supporto.
I primi fondi saranno inseriti nella richiesta di bilancio 2018, ma il programma Ground Based Strategic Deterrent riceverà finanziamenti supplementari per far fronte alle operazioni di collaudo del futuro sostituto del Minuteman III.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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