Come non bastassero le devastazioni della guerra civile, a funestare il futuro dei siriani ci si mette un ultimo, terribile, nemico: il colera.
La Syrian American Medical Society, maggiore ong sanitaria operante in Siria, ha lanciato l'allarme dopo che la morte di un bimbo di cinque anni nella provincia di Aleppo, avvenuta la settimana scorsa.
Intervistato da The Independent, il dottor Ahmad Tarakji, presidente dell'associazione, ha dichiarato che il focolaio del morbo potrebbe diffodnersi rapidamente, rappresentando di fatto una "minaccia internazionale". Non aiuta lo stato disastroso delle strutture sanitarie del Paese, come anche la scarsità di medicinali. In un memorandum alle associazioni operanti in Siria, l'Oms ha avvertito che stava trattando un "caso sospetto" di colera risultato positivo ai primi test.
"Un grande numero di persone potrebbe esserne contagiato - spiega Tarakji - Anche perché il colera è una malattia che tradizionalmente contagia i profughi. L'80% delle persone contagiate, inoltre, non presenta alcun sintomo."
Poiché il colera si diffonde attraverso batteri che si trovano nell'acqua, la situazione in Siria rischia di rivelarsi particolarmente critica: soprattutto nelle aree non controllate dalle forze governative gli impianti di depurazione dell'acqua mancano praticamente ovunque. Sempre più persone hanno difficoltà ad accedere a servizi igienici e acqua potabile.
Nelle ultime settimane in Iraq sono stati registrati 1200 casi di colera e sei morti: a giorni dovrebbe essere avviata una campagna sanitaria."Il colera è una malattia curabile e prevenibile - conclude Tarakij - Ma il problema è che in quelle zone molte persone non hanno accesso alle cure di base..."
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