Anche la Guinea Equatoriale vuole il muro come Trump

Il Paese dell'Africa Centrale avrebbe avvallato la costruzione di un muro con il Camerun: la sicurezza è una priorità per il dittatore Teodoro Obiang Nguema Mbasogo

Anche la Guinea Equatoriale vuole il muro come Trump

La tutela dei confini e la lotta all'immigrazione clandestina non sono una prerogativa degli stati occidentali e dei cosidetti "sovranisti". Tutt'altro. Proprio come come il Presidente americano Donald Trump e la sua volontà di "sigillare" il confine meridionale con il Messico anche nella Guinea Equatoriale, Paese ricchissimo di petrolio e gas, il dittatore Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, presidente dello Stato dell'Africa Centrale dall'agosto 1979, vuole costruire un muro di 183 chilometri al confine con il Camerun per impedire agli africani occidentali di entrare illegalmente nel suo territorio.

Secondo fonti dell'esercito camerunense citate dall'Afp, i soldati della Guinea Equatoriale sarebbero già al lavoro. Un ufficiale dell'esercito camerunese ha dichiarato all'agenzia stampa che i soldati del Paese confinante hanno attraversato il fiume Ntem, il corso d’acqua che segna il confine naturale tra i due Paesi, e posto le pietre miliari nella città di Kye-Ossi, sul lato camerunese. Piccole testimonianze di un progetto che comincia a prendere forma: le pietre miliari sono state collocate in punti "tra uno e due chilometri all'interno del nostro territorio", ha spiegato l'ufficiale. Il capo dell'esercito del Camerun, Rene Claude Meka, ha visitato l'area alla fine di luglio per verificare dove era stato varcato il confine camerunense, rilevando "le ambizioni espansionistiche" della vicina Guinea Equatoriale. Ha anche avvertito che l'esercito camerunese non tollera "alcuna intrusione illegale" nel suo territorio.

Il Camerun ha preso delle contromisure e nei giorni scorsi il ministro degli Esteri del Camerun, riporta l'Agi, ha convocato l’ambasciatore equatoguineano nel Paese mentre Malabo, attraverso il Ministro degli esteri Simeon Oyono Esono Angue, ha ufficialmente negato l'esistenza di un progetto di questo tipo. "Il muro non esiste" ha osservato. "Le persone che parlano del muro sono malinformate. Quando c'è un problema tra due Paesi, è necessario risolverlo con mezzi pacifici e diplomatici. I media sono liberi di diffondere le informazioni ma insisto che lì non c'è alcun muro", ha detto Angue ai giornalisti dopo aver incontrato il Primo Ministro camerunese Joseph Dion Ngute.

Angue ha definito "eccellenti" le relazioni bilaterali fra i due Paesi. In realtà, la Guinea Equatoriale ha spesso accusato il Camerun di aver permesso ai suoi cittadini e agli Africani occidentali in generale di attraversare illegalmente il suo territorio. Nel dicembre 2017, dozzine di cittadini stranieri armati fino ai denti - provenienti perlopiù dal Ciad e dalla Repubblica centrafricana - furono arrestati al confine: secondo il governo stavano progettando di destabilizzare il Paese e rovesciare la dittatura di Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, al potere da 40 anni. La paura di un possibile colpo di stato e di ingerenze straniere spingerebbe la Guinea Equatoriale a voler chiudere con un muro il confine con il Camerun.

Secondo il corrispondente di Dw Moki Kindzeka la gente in Camerun è "molto arrabbiata" per il progetto di costruzione del muro. Molti considerano la Guinea Equatoriale una destinazione commerciale chiave e in particolare i giovani camerunensi vi si recano in cerca di lavoro.

Malabo, infatti, ricca di petrolio, registra una crescita economica annuale a due cifre, anche se la ricchezza non è distribuita: è uno dei Paesi più corrotti al mondo - 163° su 177 Paesi nel 2013 - e anche uno dei più poveri, giacché più del 50% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno.

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