Anche Starbucks lascia la Russia: fine di un'epoca per le nuove generazioni

Starbucks ha annunciato l'addio al mercato russo dopo 15 anni: il colosso del caffè americano segue le orme di altre grandi multinazionali

Anche Starbucks lascia la Russia: fine di un'epoca per le nuove generazioni

Dopo McDonald's, un altro colosso americano del food lascerà la Russia nei prossimi giorni. Starbucks, dopo 15 anni di presenza nel territorio russo, ha deciso che chiuderà tutti i suoi punti vendita, che a oggi sono in tutto 130. Il gigante del caffè americano segue le orme di Exxon Mobil e British American Tobacco, tra gli altri, ma anche Renault, che hanno deciso di ritirarsi dal mercato russo dopo l'invasione di Putin in Ucraina.

Sono attualmente 2mila i dipendenti della catena di negozi Starbucks sparsi in gran parte della Russia, con maggior concentrazione nelle città più popolose della federazione, prime fra tutte Mosca e San Pietroburgo. Starbucks ha annunciato che per i prossimi 6 mesi continuerà a pagare lo stipendio a tutti i lavoratori che dovranno rimanere a casa dopo la chiusura dei punti vendita e che li aiuterà a trovare nuove opportunità di impiego. La decisione di Starbucks non arriva a sorpresa, anzi. Già nelle scorse settimane era stata paventata un'uscita del colosso russo, anche e soprattutto a fronte delle forti pressioni esercitate sul consiglio di amministrazione da parte degli investitori ma anche dei singoli consumatori, che hanno chiesto a gran voce una presa di posizione di Starbucks al pari di quella di McDonald's.

In realtà, un primo passo era già stato fatto lo scorso 8 marzo, quando la società aveva annunciato lo stop delle attività in Russia, comprese le spedizioni, proprio in risposta all'invasione dell'Ucrania. Adesso, si è deciso di fare un ulteriore passo in avanti e di mettere uno stop definitivo all'attività locale, al pari di altre grandi aziende occidentali che hanno deciso di uscire dal mercato russo. Pezzo per pezzo, i simboli dell'Occidente stanno lasciando la Russia, che sta tornando a una situazione di chiusura non dissimile a quella che il Paese viveva fino agli anni Ottanta.

Per molti, questa è la fine di un'epoca e di una Russia così com'è stata conosciuta dalle generazioni più giovani. Era il 1990 quando McDonald's decise di aprire il suo primo fast-food in Russia, precisamente a Mosca. Fu un vero e proprio evento che attrasse oltre 30mila persone nel punto vendita del centro della città.

Non si era mai visto niente di simile prima d'ora nella Federazione russa, dove ci furono file chilometriche pur di assaggiare gli hamburger del colosso americano e fare così un passo deciso verso l'Occidente. Ora, in Russia al posto di McDonald's ci sarà Zio Vanja, una pallida imitazione che ha l'arduo compito di non far pesare troppo ai russi una guerra che li riporterà indietro di 40 anni.

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