Arabia Saudita, troppe condanne a morte: cercasi otto nuovi boia

L'annuncio saudita coincide con l'incremento del numero di esecuzioni in tutto il regno, dove stupri, omicidi, apostasia, rapina a mano armata e traffico di droga sono passibili della pena capitale

Arabia Saudita, troppe condanne a morte: cercasi otto nuovi boia

A.A.A. cercasi otto nuovi boia per decapitazioni in Arabia Saudita. Anche senza esperienza. I futuri impiegati, che non necessitano di una qualifica particolare, saranno anche chiamati a praticare "amputazioni" ai condannati per abusi. Il governo di Riad ha pubblicato un'offerta di lavoro in tutto il regno: le autorità locali stanno cercando otto persone che dovranno "eseguire le condanne a morte", sempre più numerose nel Paese.

L'annuncio saudita coincide, infatti, con l'incremento del numero di esecuzioni in tutto il regno, dove stupri, omicidi, apostasia, rapina a mano armata e traffico di droga sono passibili della pena capitale. Già 84 persone sono state giustiziate da inizio anno in Arabia Saudita, un numero quasi pari al totale delle esecuzioni del 2014.

Dal 1985 al 2013, le condanne a morte sono state oltre 2mila, la maggior parte delle quali tramite decapitazioni pubbliche. E, secondo quanto denunciato da Amnesty International, le teste decapitate sono state esposte pubblicamente come monito per tutti i cittadini. In violazione delle norme internazionali, l’Arabia Saudita mette a morte anche i minorenni: almeno tre sono stati uccisi nel 2013, almeno uno nel 2014.

Non solo: i processi, sempre secondo quanto riportato dall'associazione, si svolgono in segreto e in una lingua incomprensibile agli imputati stranieri, l’assistenza legale non è quasi mai prevista e sono frequenti barbare pratiche di tortura per estorcere informazioni ai condannati.

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