Come previsto da Il Giornale in tempi non sospetti, l’ex presidente argentina Cristina Fernández de Kirchner rischia il carcere e, con lei, molti pesi massimi del kirchnerismo che da 10 giorni a questa parte stanno vivendo momenti di terrore nel senso più letterale del termine. Almeno da quando, lo scorso 2 di aprile, la polizia argentina ha ammanettato quel Ricardo Jaime un tempo todopoderoso ministro dei Trasporti della coppia Néstor e Cristina Kirchner, oggi inquilino illustre del carcere di Ezeiza con l’accusa infamante di frode nei confronti della pubblica amministrazione.
Passano tre giorni ed a tenere compagnia a Jaime nel penitenziario di Ezeiza arriva nientepopodimenoche il faccendiere kirchnerista Lázaro Báez. Per capirci quello delle casseforti di Néstor e della “ruta del dinero K” (dove K sta per Kirchner) scoperta del giornalista investigativo più odiato da Cristina, ovvero Jorge Lanata. Báez stava per fuggire all’estero e l’accusa contro di lui, ça va sans dire, è quella di aver “lavato/riciclato" valigie zeppe di dollari ed euro tra Svizzera, Panama ed altri paradisi fiscali.
Arriviamo a sabato 9 aprile, quando è la stessa Cris, insieme al boss delle opere pubbliche kirchneriste Julio De Vido, ad essere accusata ufficialmente di lavaggio di denaro e di essersi arricchita con la celeberrima “strada del denaro K” ‘asfaltata’ da Báez. Ma in grossi guai è finito da inizio aprile anche il re Mida del gioco d’azzardo (e di mille altri affari loschi), l’imprenditore più potente ed allineato al kirchnerismo, ovvero quel Cristobal López indagato per evasione, che deve 8 miliardi di pesos alla pubblica amministrazione del paese del tango e che è stato denunciato per associazione a delinquere.
Al momento sono quattro i processi che coinvolgono in prima persona la Kirchner. L’ultima imputazione - per lavaggio di denaro tramite l’oscura finanziaria SGI, alias “La Rosadita” e che ha già portato all’arresto del faccendiere Báez – è fresca di appena 4 giorni. Una decisione inevitabile quella del magistrato Guillermo Marijuan, dopo la confessione a 360 gradi di Leonardo Fariña, che ha iniziato a collaborare con la giustizia per mappare la “strada del denaro” kirchnerista ed indicando tra i massimi beneficiari proprio Cristina.
Domani, invece, il giudice Claudio Bonadio interrogherà la stessa Kirchner in un processo che la vede coinvolta nella vendita di dollari future ad un valore assai inferiore a quello di mercato e che ha causato un danno alle casse della Banca Centrale argentina di circa 2 miliardi di euro. Qui l’accusa alla Kirchner – che ieri per deporre è arrivata da El Calafate a Buenos Aires accolta da migliaia di supporter de La Campora (l’obiettivo, come in Brasile del resto dove Lula sta affrontando problemi analoghi, è quello di tumultuare la piazza denunciando la “giustizia politicizzata”) - coinvolge anche il suo ex ministro dell’Economia, Alex Kiciloff (interrogato oggi da Bonadio) ed è, per entrambi, di “frode contro la pubblica amministrazione”.
Il terzo processo che coinvolge l’ex presidente e l’onorevole di lei figlio, Máximo, è quello di Hotesur, la società di proprietà della famiglia Kirchner che a detta dell’Anticorruzione argentina avrebbe lavato denaro di López e Báez tramite l’affitto fittizio delle stanze dei suoi hotel, in realtà sempre semideserti.
Dulcis in fundo, l’ultima causa della “perseguitata”
Cristina è quella de “Los Sauces”, la Srl usata dalla famiglia Kirchner per oscure operazioni immobiliari con l’Austral Construcciones, compagnia dell’onnipresente Báez. La denuncia? Falsificazione di documenti pubblici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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