"Non avevamo altra scelta se non intervenire". Durante una visita al cosmodromo di Vostochny insieme al presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, Vladimir Putin è tornato a parlare della missione militare in Ucraina. Il capo del Cremlino ha tirato in ballo il genocidio russo nel Donbass e spiegato che lo scontro con Kiev "era solo questione di tempo".
"Scontro inevitabile"
Putin, prima di incontrare il suo omologo bielorusso, ha visitato il cosmodromo di Vostochnij, nell'Estremo oriente russo, assieme allo stesso Lukashenko. I due leader hanno ispezionato la costruzione delle strutture e scambiato alcune frasi con i lavoratori del centro. Non era più possibile "tollerare il genocidio ai danni della popolazione russa nel Donbass", e per questo la Russia non poteva fare nient'altro che intervenire, ha dichiarato il presidente russo.
Per quanto riguarda la guerra, Putin non ha dubbi sul fatto che il "nobile" obiettivo di proteggere il Donbass verrà raggiunto. "Questo è quello che accadrà. Non ci sono dubbi. Gli obiettivi sono perfettamente chiari e sono nobili", ha sottolineato il capo del Cremlino. Putin ha poi sottolineato che il principale obiettivo di Mosca consiste nell'"aiutare le persone nel Donbass che noi abbiamo riconosciuto". "Lo dovevamo fare – ha aggiunto - perché le autorità di Kiev, incoraggiate dall'Occidente, si sono rifiutate di attuare gli accordi di Minsk per una risoluzione pacifica dei problemi del Donbass".
Ma nel cosmodromo Putin ha affrontato anche il tema dell'aerospazio, dichiarando che la Russia continuerà a realizzare i suoi piani nel campo dell' esplorazione spaziale, compreso il lavoro su una nave spaziale di prossima generazione. "Continueremo a lavorare su un'astronave di prossima generazione e sulle tecnologie dell'energia nucleare e spaziale, dove abbiamo chiaramente gettato ottime basi e abbiamo evidenti vantaggi", ha ribadito il presidente russo.
"Impossibile isolare la Russia"
Sul fronte economico Putin, almeno a parole, ha dimostrato di avere le idee chiare. "La Russia non si chiuderà, è impossibile isolarla", ha detto sottolineando che Mosca "è pronta a cooperare con tutti i partner che lo desiderano" e che "non ha intenzione di chiudersi". "Non abbiamo intenzione di chiuderci – ha aggiunto - nel mondo moderno, è totalmente impossibile isolare rigorosamente qualcuno e completamente impossibile isolare un Paese così grande come la Russia. Quindi lavoreremo con i partner che vogliono interagire".
Nel frattempo Volodymyr Zelensky chiede il bando totale del gas russo. "Ho parlato anche dei prossimi passi con i rappresentanti dell'Ue per fare pressione sulla Russia. Le sanzioni attuale non bastano, è necessario un embargo totale sul petrolio e gas", ha dichirato il presidente ucraino. Zelensky ha spiegato che l'export energetico è quello che assicura la maggior parte dei profitti del Cremlino.
Ma non è finita qui, perché il leader ucraino è tornato anche a chiedere l'invio di armi, soprattutto per liberare Mariupol dall'assedio russo. "Se avessimo caccia e veicoli blindati pesanti a sufficienza, l'artiglieria necessaria, ce la potremmo fare. Sono sicuro che avremo quasi tutto quello che ci serve.
Ma non si perde solo tempo, si perdono anche le vite degli ucraini, vite che non torneranno più indietro", ha detto in un video diffuso su Telegram. In ultima battuta, Zelensky non ha escluso che la Russia possa ricorrere all'uso di armi chimiche nella "nuova fase di terrore" minacciata contro l'Ucraina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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