"Gli atti immorali dei turisti stanno rovinando la Tunisia"

A parlare è un leader salafita, convinto che "i peccati degli stranieri porteranno a reazioni violente". Poi accusa: "Qualcuno si dovrebbe ricordare che questo è uno Stato islamico"

"Gli atti immorali dei turisti stanno rovinando la Tunisia"

Le parole sono forti e per nulla in sintonia con lo stato d'animo di un Paese che prova a scuotersi dopo il secondo importante attacco terroristico in pochi mesi. A dire la sua è Adel Almi, predicatore salafita, che parla al quotidiano Tunisia Live e sui fatti di Sousse ha un'opinione che definire in controtendenza è un eufemismo.

Sembra quasi che Almi giustifichi quanto successo quando dice che quei turisti, trentotto, abbattuti a colpi d'arma da fuoco, probabilmente del tutto innocenti proprio non erano. Sì, perché l'industria del turismo, vista dal suo punto di vista, è un veicolo per la diffusione incontrollata di "alcol, relazioni extra-coniugali e profanità" che mettono a rischio la società tunisina.

Il sette per cento dell'economia tunisina dipende dal turismo, ma il predicatore sembra preoccuparsi molto di più dei rischi che a suo dire porta con sé la presenza di stranieri. "Per i tunisini più vulnerabili e religiosi, la reazione può essere imprevedibili e potrebbero finire per essere usati dall'Isis", accusa Almi.

"Trattandoli come loro servi e pagandoli un'inezia" i turisti avrebbero "spogliato della loro dignità" i tunisini.

E in più "è un insulto vedere ufficiali della polizia con un mucchio di turiste in bikini", accusa il predicatore che sostiene anche che il governo dovrebbe "ricordarsi che la Costituzione prevede nell'islam la religione di Stato".

"Alcuni politici - mette in guardia - stanno portando a una guerra civile. C'è un odio istituzionalizzato per la religione e la religiosità in questo Paese".

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