Banksy, il buonista (anonimo) e gli slogan politically correct

La Guardia costiera italiana ha inviato una motovedetta classe 300 in soccorso della nave Louise Michel, motovedetta dipinta e finanziata dall'artista britannico

Banksy, il buonista (anonimo) e gli slogan politically correct

Banksy, il celebre artista e writer inglese, ha pubblicato su Instagram un video sulla Louise Michel, la nave per il soccorso dei migranti da lui finanziata e bloccata a largo di Lampedusa. "Come molte persone di successo nel mondo dell’arte, ho comprato uno yacht" scrive Banksy. "È una nave della Marina francese. L’abbiamo convertita in una nave di salvataggio perché le autorità europee ignorano deliberatamente le richieste di soccorso dei 'non europei'. All Black Lives Matter".

Come il 90% degli artisti, anche Banksy si esprime per slogan all'insegna del politicamente corretto e non comprende la complessità di fenomeni come quello dell'immigrazione. Accresce le tensioni sociali, fomenta le disuguaglianze, ed è alimentata da una rete affaristica criminale che di “umano” non ha nulla. Ma per i progressisti, sempre più incapaci di leggere la realtà, l’immigrazione di massa verso l’Europa è un fenomeno inarrestabile ed ineluttabile, e chi si oppone nella migliore delle ipotesi viene etichettato come “razzista” e nelle peggiori come "inumano"- quando la questione è squisitamente politica. Il tutto condito con un "All Black Lives Matter" che non fa mai male alla narrazione liberal.

L'Italia corre in soccorso della nave di Banksy

Innanzitutto, Banksy dovrebbe prima conoscere i dati prima di parlare: l’Italia – il 12% della popolazione europea – prima della "stretta" di Salvini, ha accolto nel solo 2017 il 70% dei migranti arrivati in Europa via mare, la stragrande maggior parte dei quali irregolari. Da sola. E non parliamo di rifugiati, ma di migranti economici. In secondo luogo, ciò che afferma l'artista non sembra corrispondere alla realtà. La Guardia costiera italiana, riporta l'agenzia Nova, ha infatti inviato una motovedetta classe 300 in soccorso della nave Louise Michel, finanziata dall'artista, che ieri in tarda serata aveva avvistato in area Sar di responsabilità di Malta un gommone con a bordo 130 persone in precarie condizioni di navigabilità. La motovedetta della Guardia costiera ha imbarcato le 49 persone ritenute più vulnerabili, ovvero 32 donne, 13 bambini e 4 uomini a completamento dei nuclei familiari. E anche la nave Mare Jonio ha lasciato il porto di Augusta per fornire assistenza alla Louise Michel.

Piaccia o meno alla Ong, ma far sapere ai trafficanti di esseri umani che le loro navi sono pronte a soccorrore i migranti in mare non fa altro che alimentare il mercato dell'esodo e dunque le partenze.

Lo "spin off" di Sea Watch e Banksy, chi c'è dietro la nave rosa dell'Ong

Già il nome dell'imbarcazione salva-migranti dice tutto: Louise Michel, l'anarchica-rivoluzionaria e insegnante francese (1830-1905), attivissima nelle giornate della Comune di Parigi (1871).

Ma il nome evocativo non è l'unico tratto distintivo della motovedetta battente bandiera tedesca un tempo a servizio nelle dogane francesi e ora riconvertita per scopi "umanitari": la nave, infatti, dipinta di rosa e di bianco, alla quale è stata aggiunta sulle fiancate la scritta "rescue" (soccorso) è "figlia" dell'artista e writer britannico Banksy, forse il più celebre esponente mondiale della street art, la cui identità è ancora sconosciuta - anche se alcuni indizi potrebbero far supporre che dietro il misterioso artista si celi Robert Del Naja della band musicale Massive Attack. Altra curiosità: dietro la Louise Michel firmata da Banksy si sa solamente che dietro c'è un ricco "filantropo", che però, per il momento, desidera rimanere anonimo.

. . mvlouisemichel.org

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