La barriera corallina potrebbe scomparire entro il 2100

La barriera corallina potrebbe scomparire entro il 2100 a causa del cambiamento climatico. L'oceano è sempre più caldo, più acido e anche i progetti per salvaguardarla sono a rischio

La barriera corallina potrebbe scomparire entro il 2100

Il cambiamento climatico è ormai in atto e questo implica una serie di conseguenze a cui dovremmo abituarci e cercare di porre un rimedio. Secondo uno studio recente, una di queste è la scomparsa della barriera corallina, ovunque essa si trovi, entro una data ben precisa, il 2100. Si stima che nei prossimi 20 anni le emissioni di gas serra elimineranno il 70-90% delle barriere coralline.

Lo studio in questione proviene dalle Hawaii dove un gruppo di scienziati ha rivelato che esse sono maggiormente esposte a cambiamenti dovuti alle emissioni nel loro ambiente. Persino i progetti di restauro per proteggere la barriera corallina, inclusa la più vasta che si trova in Australia ed è lunga 2.200 km, avrano seri problemi.

Un biogeografo dell'Università delle Hawaii Manoa, Renee Setter, ha presentato le nuove scoperte all'Ocean Sciences Meeting in California in settimana e ha dichiarato: "Cercare di ripulire le spiagge è grandioso e cercare di combattere l'inquinamento è fantastico - dobbiamo continuare questi sforzi. Ma alla fine, combattere i cambiamenti climatici è davvero ciò di cui abbiamo bisogno per essere sostenuti al fine di proteggere i coralli ed evitare i fattori di stress composti"

Man mano che aumenta la temperatura dell'oceano, le acque più calde intaccano i coralli, provocando il rilascio di alghe che vivono al loro interno e questo provoca un effetto chiamato sbiancamento dei coralli. I coralli sbiancati non risultano morti, ma presentano comunque un rischio maggiore. L'aumento delle temperature dell'oceano è causato da un aumento dei gas serra nell'atmosfera, come il CO2. Anche le emissioni eccessive di CO2 causate dall'uomo vengono assorbite nel mare, rendendolo più acido e tutto ciò ha conseguenze per le vita delle specie marine. Uno sviluppo promettente proviene da alcuni tentativi scientifici che trapiantano i coralli vivi coltivati in laboratorio nelle barriere coralline a rischio.

Si pensa che questi nuovi coralli coltivati in laboratorio possano potenziare il recupero dell'intera barriera corallina. Però, secondo il team di scienziati dell'Università delle Hawaii Manoa, questi coralli trapiantati spesso non sopravvivono a causa di una scarsa pianificazione e selezione del sito dove vengono collocati. Ulteriori sforzi provengono dalla riproduzione dei suoni ambientali di una barriera corallina sana attraverso altoparlanti che attirano giovani pesci in aree danneggiate.

Nello studio sullo sbiancamento dei coralli, Setter e colleghi hanno mappato le aree dell'oceano che sarebbero adatte per ulteriori sforzi per il restauro del corallo. Alla fine hanno scoperto che la maggior parte dei fondali dove oggi ci sono le barriere, non saranno più adatti per la vita dei coralli entro il 2045.

I pochi siti che potrebbero ancora essere un buon habitat nel 2100 includono piccole parti della Bassa California e del Mar Rosso a est dell'Africa, ma questi siti sono comunque troppo vicini ai fiumi e dunque non ideali per i coralli. Dunque, ora gli sforzi degli scienziati sembrano rivolti alla salvaguardia di un bene così prezioso come la barriera corallina e dovranno trovare una soluzione piuttosto in fretta.

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