La scorsa settimana la Corte d'appello di Ghent si è pronunciata: per la prima volta un gruppo di medici dovrà andare a processo a causa di una serie di irregolarità legate all'eutanasia portata a termine nei confronti di Tine Nys.
Siamo nel 2010, nelle Fiandre, regione settentrionale del Belgio. Tine Nys è una signora 38enne che soffre di diversi problemi psichiatrici. Le viene diagnosticata la sindrome di Asperger, una grave forma di autismo. La sua richiesta di procedere con la “morte assistita” subito viene accolta dalla psichiatra Lieve Thienpont. Così, appena due mesi dopo la diagnosi, Tine decede sul letto di un ospedale in seguito ad un'iniezione letale praticatale da un medico.
La famiglia Nys non ha mai accettato la fine di Tine. Lo scorso anno le sue sorelle hanno presentato formalmente una denuncia, accusando i medici di diverse irregolarità. La paziente, infatti, non era stata sottoposta ad alcun tipo di cure per anni. Inoltre la rapidità – solo due mesi dopo la diagnosi – con cui i dottori hanno acconsentito alla richiesta di “morte assistita” lascia quantomeno perplessi.
Il pubblico ministero di Ghent, che ha portato avanti le indagini, ha fin qui dato ragione all'accusa, sostenendo che non vi fossero tutti i requisiti legali necessari per praticare l'eutanasia. I tre medici coinvolti, fra cui la stessa dottoressa Thienpont, sembra abbiano anche provato ad ostacolare le indagini dei pm. In un messaggio divulgato pubblicamente, si legge che “dobbiamo provare a fermare queste persone”. “Si tratta di di una famiglia disfunzionale, ferita, traumatizzata, priva di empatia e rispetto per i proprio cari e per gli altri”, prosegue il messaggio.
L'avvocato Jacqueline Herremans, presidente della Asscoiazione belga per il diritto alla morte con dignità, ha dichiarato che “siamo di fronte al primo caso di questo genere”. “Ci sono stati altri casi di indagini che hanno coinvolto medici, ma sempre archiviati” - ha aggiunto. In sostanza, è la prima volta che dei medici finiscono in tribunale per “morte assistita” praticata irregolarmente.
In Belgio l'eutanasia è stata decriminalizzata nel 2002, consentendone la pratica solo in presenza di ristrettissime condizioni legali. Insieme ai Paesi Bassi, il Belgio è l'unico Paese dove la morte assistita è consentita anche in presenza esclusiva di malattie psichiatriche, a condizione che il malato soffra di una patologia “insostenibile e incurabile”.
Inoltre, dal 2014, l'eutanasia è legale anche per i minori e, nel settembre 2016, il primo caso di morte assistita di un 17enne ha scosso l'opinione pubblica europea.Ora toccherà ai magistrati decidere della legittimità della morte di Tine Nys, e dell'eventuale condanna per i tre dottori fiamminghi.
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