Dopo la grande scoperta che ha rivoluzionato qualche mese fa il campo dell'astronomia con la prima foto di un buco nero, Sagittarius A, nella Via Lattea, altre novità senza precedenti arrivano grazie al lavoro del telescopio Alma situato in Sudamerica ma gestito dall'Eso (European Southern Observatory). Gli astronomi hanno individuato i segni di un "punto caldo" che orbita attorno al buco nero al centro della nostra galassia: si tratterebbe di "una bolla di gas caldissimo che sfreccia attorno a Sagittarius A su un'orbita di dimensioni simili a quella del pianeta Mercurio, ma compie un giro completo in circa 70 minuti. Ciò richiede una velocità strabiliante di circa il 30% della velocità della luce!", ha affermato il prof. Maciek Wielgus del Max Planck Institute for Radio Astronomy di Bonn, in Germania, che ha guidato lo studio pubblicato su Astronomy & Astrophysics.
La scoperta
Per calibrare i dati giunti dal telescopio, Wielgus e i colleghi hanno utilizzato i dati Alma registrati contemporaneamente alle osservazioni con l'Event Horizon Telescope (Eht) che ha "scattato" la foto del secolo di Sagittarius A. Con sorpresa del team, sono stati scoperti più indizi sulla natura del buco nero nascosto dalle sole misrazioni di Alma. Infatti, alcune osservazioni registrate poco dopo che un'esplosione (o un bagliore) di energia a raggi X è stata emessa dal centro della nostra galassia e individuata dal telescopio spaziale Chandra della Nasa ha fatto pensare che quel tipo di bagliori, precedentemente osservati con telescopi a raggi X e infrarossi, siano associati ai cosiddetti "punti caldi", bolle di gas caldo che orbitano molto velocemente e intorno al buco nero.
"Ecco la novità"
"Ciò che è veramente nuovo e interessante è che tali bagliori erano finora chiaramente presenti solo nelle osservazioni a raggi X e infrarossi di Sagittarius A. Qui vediamo per la prima volta un'indicazione molto forte che i punti caldi orbitanti sono presenti anche nelle osservazioni radio", afferma Wielgus all'Eso. I punti caldi rilevati grazie alle lunghezze d'onda dell'infrarosso sarebbero "una manifestazione dello stesso fenomeno fisico: quando i punti caldi che emettono infrarossi si raffreddano, diventano visibili a lunghezze d'onda più lunghe, come quelle osservate da Alma e dall'Eht ", ha aggiunto Jesse Vos, studente di dottorato presso la Radboud University, nei Paesi Bassi, che è stato anche coinvolto in questo studio.
Per molto tempo si è pensato che i bagliori provenissero da interazioni magnetiche nel gas molto caldo in orbita molto vicino al Sagittarius A e le nuove scoperte supportano effettivamente questa idea. "Ora troviamo forti prove dell'origine magnetica di questi bagliori e le nostre osservazioni ci danno un indizio sulla geometria del processo. I nuovi dati sono estremamente utili per costruire un'interpretazione teorica di questi eventi", afferma la coautrice dello studio, Monika Mościbrodzka, della Radboud University.
Il telescopio Alma dà la possibilità agli astronomi di studiare l'emissione radio polarizzata di Sagittarius A che può essere utilizzata per svelare il campo magnetico del buco nero. Il team ha usato queste osservazioni in associazione ai modelli teorici per scoprire più informazioni sulla formazione del punto caldo e sull'ambiente in cui si trova, compreso il campo magnetico attorno al buco nero.
"Il successo di un tale sforzo sarebbe una vera pietra miliare per la nostra comprensione della fisica del centro galattico", aggiunge uno degli autori dello studio. "Si spera che un giorno potremo dire che sappiamo esattamente cosa accade intorno a Sagittarius A", conclude Wielgius.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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