Gli ultimi, irriducibili, avversari della Brexit potrebbero trovare un alleato davvero inatteso: l'ex premier italiano Giuliano Amato.
L'ex presidente del Consiglio socialista e vicepresidente della Convenzione europea sul futuro dell'Europa ha spiegato oggi, parlando a Roma, che l'articolo 50 del Trattato di Lisbona - che regola l'uscita di uno Stato membro dall'Unione - "non è concepito per essere usato".
Un'affermazione che lascia di stucco, soprattutto considerando che Amato, per sua propria ammissione, di quello stesso articolo è autore. "La mia intenzione- ha spiegato oggi - era che ci fosse una valvola di sicurezza, ma che non fosse mai usata. E' come avere un estintore che non dovrebbe mai essere utilizzato. Invece è scoppiato un incendio", ha spiegato, aggiungendo che la clausola di uscita era stata inserita appositamente per rassicurare il Regno Unito.
L'ex premier ha poi confessato di avere una "assurda speranza" per il futuro: quella cioè che i futuri governanti britannici possano tornare sulle scelte dei propri concittadini. "Più comprenderanno che stanno perdendo, più ci sarà una possibilità che nel 2020 (quando ci saranno le elezioni politiche, ndr) qualcuno farà qualcosa", ha dichiarato.
Le sue parole hanno causato grandissimo stupore nel Regno Unito, dove la stampa sottolinea come Amato abbia rimarcato la necessità di "non concedere alla Gran Bretagna la possibilità di pensare che il Brexit possa essere solo un modo migliore di fare ciò che ha sempre fatto: prendere dell'Europa quello che piace e rifiutare quello che non piace."
Parole dure, che però non riescono a nascondere una segreta speranza. Che la scelta dei britannici di divorziare da Bruxelles possa non essere definitiva. Anche in barba a quelle regole che era stato lui stesso a scrivere.
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