Così è caduta anche l'ultima bugia sul Russiagate

Secondo gli avvocati dell'ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, presto verranno rese note delle prove che potrebberlo scaglionarlo da ogni accusa. Fu accusato di aver mentito circa i suoi rapporti con Mosca nel 2017

Così è caduta anche l'ultima bugia sul Russiagate

Potrebbe presto emergere la verità sul tenente generale Michael T. Flynn, consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump dal 20 gennaio al 13 febbraio 2017, tra le prime “vittime” dell’inchiesta sul Russiagate. Il presidente Donald Trump ha condiviso un post su Twitter in cui si dice che il suo ex consigliere per la sicurezza nazionale sarà "scagionato questa settimana" da ogni accusa. Flynn, 61 anni, accusato di aver mentito alle autorità circa i suoi rapporti con Mosca, ha intrapreso una battaglia legale per chiedere l'archiviazione del caso e, stando a quanto emerso negli ultimi giorni, il suo team legale avrebbe presentato alla Corte una prova "decisiva" che dimostrerebbe la sua innocenza nonché la cattiva condotta degli agenti dell'Fbi che lo interrogarono. Tale prova rimane per ora "top secret" ma il deputato repubblicano Devin Nunes, intervistato dalla conduttrice Fox Maria Bartiromo, ha svelato che il tenente generale dell'esercito sarà completamente scagionato entro una settimana da tutte le accuse a suo carico.

Secondo il commentatore di Fox News Gregg Jarrett, Michael Flynn è vittima di uno dei peggiori abusi giudiziari nei tempi moderni: "un uomo innocente che è stato ingiustamente preso di mira dall'Fbi, perseguito ingiustamente dal consigliere speciale Robert Mueller e costretto a dichiararsi colpevole" scrive. La verità, prosegue, è che il tenente generale dell'esercito in pensione "non ha mai fatto nulla di male" e "non ha commesso crimini". È stato raggirato "da funzionari senza scrupoli dell'Fbi", quindi "perseguito incessantemente dalla squadra di procuratori eccessivamente zelanti di Mueller che erano disperati nel tentare di dimostrare che il presidente Trump e la sua campagna fossero collusi con la Russia per vincere le elezioni presidenziali del 2016". Una cospirazione che, ovviamente, non è mai esistita.

La tesi dell'avvocato di Flynn, l’avvocato Sidney Powell, è chiara: sostiene che l’Fbi abbia "manipolato" i verbali del suo interrogatorio del 2017, durante il quale l'ex consigliere per la sicurezza nazionale si sarebbe dichiarato di colpevole di aver mentito ai federali. In una mozione di 27 pagine, Powell chiede al tribunale che esamina il caso di "respingere l’intera accusa" per "l’oltraggiosa cattiva condotta del governo” e degli agenti del Bureau che hanno manipolato le dichiarazioni di Flynn sui suoi rapporti e contatti con l’ambasciatore russo Sergey Kislyak. Uno degli agenti dell’Fbi che condusse l’interrogatorio a Flynn fu peraltro Peter Strzok, licenziato quando la squadra investigativa del Consigliere speciale Robert Mueller scoprì gli sms denigratori contro il Presidente Trump che l’agente federale scambiava con la sua collega e amante Lisa Page.

Secondo l’avvocato dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, Strzok condusse l’interrogatorio in maniera tale da portare Michael T. Flynn a mentire. "Un comportamento scioccante" ha spiegato Powell.

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