Attaccato un campus in Kenya. Almeno 147 le vittime di al-Shabaab

Gli estremisti di al-Shabaab hanno preso di mira un campus a Garissa. I cristiani nel mirino degli estremisti somali Sostieni il reportage

Attaccato un campus in Kenya. Almeno 147 le vittime di al-Shabaab

Un attacco rivendicato dai miliziani di al-Shabaab, che per l'ennesima volta hanno sconfinato dalla Somalia per prendere di mira un obiettivo nel Kenya e attaccare un campus universitario di Garissa, a circa 200 chilometri dalla frontiera.

Sono almeno 147, secondo il ministero dell'Interno kenyota, le persone uccise dagli estremisti, in un attacco che supera così il numero di vittime dell'attacco al Westgate Mall di Nairobi.

Durante la mattina il commando ha lasciato andare una quindicina di studenti musulmani, per tenere con sé come ostaggi molti cristiani. Proprio chi è riuscito a fuggire dal campus ha dato l'allarme su quanto stava succedendo.

Penetrati in un dormitorio, gli uomini del commando si sono posizionati sul tetto di un edificio. "Sparano contro di noi ogni volta che cerchiamo di entrare", spiegava durante la mattina un poliziotto arrivato sul posto insieme ai soccorsi.

Sono state necessarie diverse ore perché le forze speciali dovessero agire e intorno alle sette di sera il ministero ha annunciato che l'assalto si era quasi concluso. Secondo i media locali 500 persone sono state tratte in salvo, su un totale di 815.

Una taglia di quasi duecentomila euro è stata messa sulla testa della mente dell'attacco a Garissa, identificato come Muhammad "Dulyadeyn" Kuno. Prima di far carriera negli Shabaab, l'uomo era preside di una scuola islamica proprio a Garissa, un incarico che ha poi lasciato nel 2007.

Secondo quanto scritto dal ministro dell'Interno, quattro terroristi sono stati uccisi.

Le autorità hanno imposto un coprifuoco in quattro regioni di confine, per ragioni di sicurezza.

Di recente al-Shabaab ha colpito anche a Mogadiscio, capitale somala, dove diciassette persone sono morte nell'assalto a un hotel cittadino. Tra di loro anche l'ambasciatore somalo alle Nazioni Unite, nato in Italia.

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