La rivoluzione che deve sconvolgere il mondo? Partirà dalla Nuova Zelanda. O almeno questa è la convinzione di Kim Dotcom, l'hacker tedesco che ha scatenato l'ira di Hollywood con il sito Megaupload. Il suo sito di streaming ha causato danni per oltre 500 milioni di dollari, costringendolo a riparare nell'isola dove si trova agli arresti domiciliari dal gennaio del 2012.
Per passare il tempo durante le lunghe ore trascorse in casa, l'eroe della rete libera ha deciso di fondare un partito per correre alle elezioni politiche che si svolgeranno in Nuova Zelanda il prossimo 20 settembre. Non potendo candidarsi in prima persona per i suoi trascorsi legali, ha deciso di affidare il suo neonato Internet Party a una candidata di facciata, la sindacalista Laila Harre. Per compensare l'assenza della sua faccia sui manifesti elettorali, Kim Dotcom inonda però il partito con i fondi attinti dal suo patrimonio personale, calcolato sui due miliardi di dollari.
Il programma elettorale è prevedibilmente incentrato sul web (più veloce e meno costoso), poi più posti di lavoro high-tech, protezione della privacy e dell'indipendenza dei cittadini digitali. Per strappare il 5 per cento di voti necessario a entrare nel parlamento neozelandese, Dotcom ha deciso di riunire nella stessa sala altri tre "tecno-nemici" degli Stati Uniti.
Nella town hall di Auckland si sono riuniti davanti a 1500 sostenitori estasiati il giornalista Glenn Greenwald, l'ex agente della Cia Edward Snowden e il glaciale fondatore di Wikileaks Julian Assange. Gli ultimi due via Skype, visti l'impossibilità di lasciare i paesi che gli danno asilo politico.
La loro presenza ha
indispettito il primo ministro neozelandese John Key, travolto proprio in questi giorni insieme al suo governo dallo scandalo Speargun, un programma molto simile a quello con cui l'Nsa spiava i cittadini statunitensi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.