Il governo italiano torna in pressing sul Brasile. Perché lo status di rifugiato politico dato da Luiz Inácio Lula da Silva a Cesare Battisti è uno schiaffo in faccia alle sue vittime. L'ex terrorista del gruppo eversivo "Proletari armati per il comunismo" è stato, infatti, condannato all'ergastolo in Italia per gli omicidi commessi negli Anni di piombo, ma non ha mai scontato la sua pena. E adesso si gode la libertà in Brasile. Da Roma è arrivato un appello al presidente brasiliano Michel Temer affinché gli tolga lo status di rifugiato politico.
Quattro omicidi, un ergastolo e nessun giorno di galera. Battisti deve tutto a Lula. È anche grazie a lui che all'Italia è stata l'estradizione. Ed è sempre grazie a lui che il terrorista rosso è stato rimesso in libertà. Eppure si tratta di un pluri omicida. Al tempo degli Anni di Piombo faceva parte del gruppo eversivo "Proletari Armati per il Comunismo" (Pac). Ai quei tempi ha freddato quattro persone, eppure il governo brasiliano gli ha persino regalato la carta d'identità.
Il governo italiano non si è dato per vinto. E, stando a quanto riporta il quotidiano O Globo, avrebbe già chiesto al Brasile di tornare sui suoi passi rivedere lo status di rifugiato politico che Battisti aveva ottenuto nel 2010 dall'allora governo Lula.
"L'istanza è stata trasmessa in via confidenziale", si legge sul quotidiano brasiliano secondo cui la domanda, che è già stata sottoposta a una "prima analisi tecnica", ha già ottenuto il via libera di due ministri del governo Temer.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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