Sarebbero le orecchie degli spioni dei servizi americani a tenere il fiato sul collo di Sergei Kislyak, ambasciatore della Russia negli Stati Uniti. Lo sostiene, parlando con i media locali, il ministro degli esteri di Vladimir Putin, Sergei Lavrov.
Secondo Lavrov, quando a Washington è scoppiato lo scandalo Michael Flynn, con il consigliere per la sicurezza nazionale di Trump costretto a rassegnare le sue dimissioni per avere avuto rapporti con la Russia e in particolare conservazioni proprio con l'ambasciatore di Mosca, i servizi stessi avrebbero confermato che Kislyak era "regolarmente intercettato, con particolare riferimento ai suoi rapporti inviati a Mosca sulle sue attività diplomatiche a Washington".
Flynn è stata la prima testa "a cadere" nella appena formata amministrazione Trump, accusato di avere di fatto mentito alla presidenza su una questione di grande importanza come i rapporti con la diplomazia di un Paese estero. Con l'ambasciatore russo, avrebbe discusso - secondo quanto riportato dalla stampa americana - della possibilità di togliere le sanzioni a Mosca.
Qualcosa che, da privato cittadino, non gli era consentito.Attenti a chi vuole "seguire tutti gli sviluppi nel mondo, a volte usando metodi
non riconosciuti come completamente legittimi", ha detto ancora alla stampa il ministro degli Esteri Lavrov.
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