"Spaventoso, un errore da tutti i punti di vista". È la dichiarazione del portavoce del governo catalano Jordi Turull all’emittente Tv3 dopo il discorso del re spagnolo Felipe VI. "Per come si stanno mettendo le cose adesso la questione è repubblica o repubblica". Nel suo discorso sulla situazione in Catalogna, il sovrano si è fatto "portavoce della strategia di Soraya Saenz Santamaria e di Mariano Rajoy", ha dichiarato Turull.
Sono forti in catalogna le reazioni al discorso del re spagnolo. Ieri sera Felipe VI aveva rotto il silenzio sul referendum e fatto nascere numeorse polemiche.
Nel suo discorso alla nazione il re non ha pronunciato la parola "dialogo" e non ha fatto alcun accenno alle violenze della polizia, ignorando "l'enorme mobilitazione" al referendum, ha continuato Turull. Inoltre, ha insistito sul fatto che le azioni delle forze dell'ordine nella giornata del voto sono state "assolutamente sproporzionate". Il discorso del sovrano, per il portavoce catalano, "versa altra benzina sul fuoco".
L’intervento del re potrebbe aprire la strada all’applicazione, da parte del governo di Madrid, dell’articolo 155 della Costituzione spagnola, che consente, in caso di via libera da parte del senato, la sospensione parziale o totale delle competenze del governo catalano. Il governo spagnolo potrebbe così prendere il controllo della polizia regionale catalana, convocare elezioni anticipate e anche esautorare il presidente.
Questa sera il presidente della Generalitat, Carles Puigdemont terrà un discorso pubblico sugli sviluppi della questione catalana. Il presidente, prima del discorso del re, aveva annunciato che la dichiarazione d'indipendenza della Catalogna sarebbe stata "questione di giorni".
Il presidente della Candidatura d’Unitat Popular, il partito della sinistra catalana indipendentista, ha annunciato che il Parlamento catalano voterà lunedì l'indipendenza da Madrid.
La reazione di Madrid
Il governo di Madrid reagirà a un'eventuale dichiarazione di indipendenza del governo catalano."A ogni azione illegale seguirà una risposta legale", hanno dichiarato fonti governative, che hanno poi precisato che un dialogo con i catalani sarà possibile "solo dopo nuove elezioni". Il governo di Rajoy ha anche fatto sapere di considerare"fuori discussione" una possibile mediazione internazionale nella crisi tra Madrid e Barcellona.
Intanto, El Confidencial ha riferito che il ministero della Difesa spagnolo ha ordinato l'invio in Catalogna di unità dell'esercito per fornire supporto logistico alla Guardia Civil e alla Polizia nazionale.
Il governo spagnolo ha inoltre accusato Puigdemont di violare la propria legalità costituzionale come il leader del Venezuela, Nicolas Maduro. "Cosa ha fatto Maduro? Un auto colpo di Stato", ha dichiarato una fonte dell'esecutivo di Madrid. "Non potendo cambiare la Costituzione, ha inventato una nuova legalità. È lo stesso in Catalogna", ha aggiunto la fonte.
La Commissione europea
"La violenza non risolve nulla in politica", ma "è un dovere di ciascun governo far rispettare la legge e questo può richiedere l'uso proporzionato della forza", ha dichiarato il vice presidente della Commissione, Frans Timmermans, durante un dibattito sulla Catalogna. Il referendum e le sue conseguenze sono "una questione interna alla Spagna che deve essere affrontata in linea con l'ordinamento costituzionale della Spagna", ha continuato il vice presidente all'Europarlamento. "Tutti gli attori rilevanti devono muoversi rapidamente dallo scontro al dialogo. È tempo di parlare".
Con il referendum "il governo regionale della Catalogna ha scelto di ignorare la legge", ha dichiarato Timmermans.
"La libertà di espressione è un diritto fondamentale di tutti i cittadini europei e spagnoli. Ma un'opinione non è più valida di altre solo perchè è espressa in modo più rumoroso", ha spiegato il vice presidente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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