Spendono sette volte meno per curarsi per abitante, bevono vino a pranzo e a cena, non usano l'orologio e sono sempre sorridenti.Un uomo di 60 anni della Costa Rica - e precisamente della zona di Nicoya- ha il doppio delle possibilità di raggiungere i 90 anni rispetto ad uno uomo della stessa età che vive negli Stati Uniti. Uno stile di vita così invidiabile (e così poco dispendioso per il sistema sanitario) che gli americani non solo vogliono capire, ma vogliono riprodurlo a casa loro.
Il Paese caraibico dalle coste lussureggianti è il secondo al mondo (meglio di lui solo il Giappone) che ospita il più alto numero di centenari tra i suoi abitanti. È così che lo studioso americano Dan Buettner, insieme al National Geographic , hanno deciso di studiare la ricetta del buon vivere ed esportarlo nei Paesi più industrializzati, dove si spende di più ma dove, a conti fatti si vive peggio. Negli Usa dove l'industria delle diete muove 60milioni di dollari all'anno e quella delle palestre altri 20milioni, nessun rimedio al momento è riuscito a risolvere il dramma dell'obesità, piaga di cui ne è vittima oltre un terzo dei cittadini e dove un anziano su tre è malato di Alzheimer. Il team di Buettner parte dalla convinzione che solo il 20 per cento di quanto tempo una persona vive è determinato dalla genetica. Il resto è quindi migliorabile.
Monitorando la dieta e lo stile di vita dei centenari della Costa Rica si scopre che il fattore tra i più importanti è la frequenza e la dolcezza deegli esercizi fisici. Queste persone spesso curano i loro giardini e fattorie, esercitandosi per più di cinque ore al giorno. Tuttavia, il loro esercizio era basato su movimenti naturali come camminare moderato e lavorazione del terreno. Esercizio estremo, come sollevamento pesi e maratona, era per loro inesistente. Nessuna iscrizione in palestra quindi. E a tavola? Tutti i centenari hanno abbracciato una semplice dieta ricca di frutta e verdura (soprattutto legumi) e povera di grassi, carne e zucchero raffinato. Hanno favorito latte di capra al latte vaccino, bevuto alcol moderatamente (uno o due bicchieri di vino al giorno) e consumato alimenti come carne e formaggio, solo cinque volte al mese e forse meno. Molte delle verdure e frutti che consumavano, erano stati coltivati da loro stessi e pochissima era la frutta o verdura fuori stagione che questi centenari mangiavano. Allo stesso tempo lo studioso ha osservato che i centenari hanno relazioni sociali appaganti e stabili. Insomma, molti amici, e una famiglia unita. La maggior parte di loro hanno una rete solidale di amici e conoscienti e nessuno di loro vive da solo, in case di cura.
«Sappiamo- ha affermato lo studioso- che la solitudine può essere dannoso almeno quanto fumare». Tutti questi fattori hanno contribuito a sviluppare un enorme senso di appartenenza, che sembra aumentare la loro salute psicologica.
Molti dei centenari coltiva la terra. Di conseguenza, hanno ricevuto grandi quantità di vitamina D naturale che, come gli studi hanno dimostrato, è legata al miglioramento dell'umore e del sonno, migliorare la salute delle ossa e degli occhi. Inoltre, come Buettner e altri ricercatori hanno notato, i climi caldi sembrano promuovere un più rilassato atteggiamento verso la vita.
Ma a parte il sole che difficilmente può essere esportato, ci sono atteggiamenti che secondo Buettner possono venir modificati, come l'attività fisica. «Tra la popolazione della Costa Rica la maggior parte della gente cammina per andare al lavoro, per andare in chiesa o al supermercato». Secondo recenti studi infatti, negli anni 70 il 40% degli scolari andava a scuola a piedi, mentre oggi solo il 12 per cento.
Buettner è convinto che migliorare la vita di ciascuno si può. Da qui il progetto di cambiare «ecosistema».Partendo dalle cose semplici come finanziare piste ciclabili o ridurre nei menu dei ristoranti i cibi grassi». Provare per credere.
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