Che cosa accadrà dopo l'assalto alla nave "regina" dello Zar: cambia tutto

La Russia ha subito una delle maggiori battute d’arresto dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina con l’ incrociatore Moskva, ammiraglia della flotta del Mar Nero, gravemente danneggiato da un’esplosione di munizioni

Da Wikipedia: l'incrociatore Movska
Da Wikipedia: l'incrociatore Movska

La Russia nega che l’incrociatore Moskva (Mosca) sia affondato nel Mar Nero. "Non ci sono incendi attivi fa sapere il ministero della Difesa - Le esplosioni di munizioni si sono fermate. L’incrociatore rimane a galla". L’ammiraglia russa sarà rimorchiata in porto. Il colpo, a livello di immagine, è fortissimo. È inutile negarlo. Certo, se la nave fosse stata affondata lo sarebbe ancor di più. Mettere fuori uso questa nave, da parte dell'Ucraina, può avere conseguenze enormi e, per certi versi, influire lo sviluppo delle prossime fasi della guerra.

Se la nave non è affondata la richiesta dei soccorsi da parte del comandante, attraverso la radio di bordo, è stata registrata dai Paesi dell'area. dell'area. Difficile dire chi sia stato a colpire l'incrociatore. Molti dubbi che sia stato un missile di fabbricazione ucraina, come subito Kiev ha tenuto a precisare. Potrebbe invece essere stato un ordigno britannico, uno di quei potenti e precisi mezzi antinave che il premier Boris Johnson aveva promesso a Zelensky giorni fa.

Resta il fatto che una delle navi più importanti sul Mar Nero battenti bandiera russa è stata messa fuori uso. Potrà mai essere una sola nave decisiva per i destini di una guerra? Ovvio che la risposta è no, però sicuramente questa azione militare permette agli ucraini di guadagnare tempo e di allontanare, almeno di un po', lo sbarco su Odessa. Gli ucraini potrebbero sfruttare il tempo guadagnato spostando i loro migliori uomini e mezzi. Si rafforza quindi l'idea che questo conflitto possa evolversi in uno scenario da Prima guerra mondiale, con combattimenti lunghi, da trincea.

Coi suoi 186 metri di lunghezza e 12mila tonnellate di peso la Moskva fu la prima robusta "risposta" galleggiante che l'Unione sovietica diede alla Marina degli Stati Uniti negli anni Settanta. Una nave ammiraglia con le sembianze da astronave, in grado di custodire nella pancia potenti missili lunghi dodici metri. Lo scopo di questo tipo di navi storicamente era quello di mettere paura alle portaerei americane, mettendole nel mirino coi propri potenti missili a lunga gittata. Al contempo erano dotate di un sistema di difesa contraerea molto efficaci, riuscendo a fornire assistenza e copertura radar anche alle altre navi della flotta sovietica. Una "chioccia", per certi versi, rassicurante per la Marina di Mosca.

La crisi dell'Unione sovietica creò grandissimi problemi alla nave Moskva, che fu ormeggiata a Malta ed ebbe, come unico momento clou, l'occasione di ospitare un grande summit tra il presidente George Bush e Michail Gorbaciov. L'anno dopo l'incrociatore fu messo in disarmo, restando bloccato per nove lunghissimi anni. La rinascita nel 2000, grazie a un forte piano di riarmo russo. La nave venne aggiornata, dal punto di vista tecnologico, e tornò a solcare i mari minacciosa.

Con la guerra in Ucraina Moskva ha giocato un ruolo importante. Da lì sono state coordinate tutte le operazioni via mare funzionali al blocco del porto strategico (dal punto di vista economico e militare) di Odessa. Si è parlato di questo incrociatore, a inizio guerra, anche per l'operazione che ha portato alla cattura della guarnigione ucraina nell'isola dei Serpenti.

Questo colosso del mare non era così robusto come si poteva immaginare. Il motivo è semplice: era stato progettato e costruito quando si ragionava perlopiù in termini di guerra nucleare e l'attenzione per i conflitti convenzionali era ridotta.

Proprio per questo alcune sue componenti (vedi i depositi di munizioni) non erano dotate di una blindatura efficace, così come deficitaria si è rivelata la protezione contraerea, non in grado, ad esempio, di proteggersi dall'attacco di un piccolo (ma pericolosissimo) drone. Difetti strutturali che, alla fine, si sono rivelati determinanti.

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