"Qui per una causa pura": chi è davvero il "Lupo del Nord" che difende l’Europa

Un soldato italo-americano chiamato "Il Lupo del Nord", ha deciso di arruolarsi con gli ucraini per espiare le colpe di guerre "piene di bugie e corruzione" come quelle di Afghanistan e Iraq: ecco il suo racconto

"Qui per una causa pura": chi è davvero il "Lupo del Nord" che difende l’Europa

Il senso di colpa per le guerre contro Afghanistan e Iraq lo ha fatto arruolare nell'esercito di Kiev per combattere i russi ma non solo: a differenza di quelle precedenti, questa la considera una guerra "pura", è il senso della sua missione. Lo ha raccontato a Repubblica un soldato di origini italo-americane soprannominato "Lupo del Nord", 35 anni, che dopo aver fatto "cinque missioni di fila" in Iraq, aver combattuto anche in Mali "non c'è niente che ti prepara a questa guerra, niente che ti insegna a difenderti dall'artiglieria e dall'aviazione della Russia".

"Porre fine al conflitto"

Assieme ad altri colleghi di altre nazionalità, la sua quotidianità si consuma tra l'attesa della missione e i bombardamenti incessanti del Donbass. Anche se americano, le sue origini italiane lo fanno sentire al 100% europeo, ecco perché invece di starsene oltreoceano ha deciso di guardare in faccia il nemico di una guerra che non è necessariamente la sua. "Ho un senso di colpa per il mio servizio in Iraq e in Afghanistan, due guerre piene di bugie e corruzione. Anche l'Ucraina non è un posto perfetto, ma la causa è pura: siamo qui per difendere la sicurezza dell'Europa", ha confessato al quotidiano italiano.

Intanto, in Donbass sono stati condannati a morte tre stranieri contravvenendo alle regole della Convenzione di Ginevra. Il "Lupo del Nord" li difende a spada tratta. "Non sono mercenari, dovrebbero essere trattati come prigionieri di guerra. Credo che abbiano emesso questa sentenza di morte per poi concedere la grazia all'ultimo minuto, è una messinscena. Ma se li uccidono davvero, i britannici manderanno più armi a Kiev".

I piani del "Lupo"

Farà di tutto per non farsi catturare ma sa che i rischi di una guerra sono anche ben altri: può essere colpito "dalle schegge di una bomba" anche se "è probabile che morirò prima di dissenteria...". A Repubblica ha raccontato uno spaccato di guerra di cui leggiamo quotidianamente e osserviamo le immagini che passano in tv così come nei social: il combattimento si fa sempre più aspro, i russi provano a conquistare i territori fregandosene di distinguere tra obiettivi militari e civili. Per diventare combattente di Kiev come ha fatto lui ci sono cinque possibilità diverse: arruolarsi nella "legione straniera ucraina, le forze armate regolari, le unità combattenti di etnia russa e bielorussa composte dai disertori, la legione georgiana del comandante Mamuka e la Brigata Normand fatta dai volontari occidentali", spiega.

Chi sono i volontari

Il soldato, poi, afferma che all'inizio del conflitto si era unito chiunque, anche militari senza alcuna esperienza ma giusto per dire che si fosse arruolato per una buona causa tant'é che gli stessi sono scappati via a gambe levate quando la guerra si è fatta "seria" ed hanno visto i primi morti ed edifici sventrati. Sono rimasti i più esperti ma ribadisce che per un conflitto del genere "non è possibile essere pronti". Chi è stato in Afghanistan si aspettava battaglioni come quelli degli Stati Uniti dove la struttura di comando è impeccabile e ben rodata perché ha condotto altre guerre in passato. "Le unità ucraine sono un'altra cosa".

Ma qual è la loro strategia? "Attendiamo i bombardamenti sperando di non saltare in aria. Poi prepariamo l'imboscata e aspettiamo di vedere se i comandanti russi mandano a morte i loro soldati demotivati", conclude.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica