Cinque anni in Cina di emozioni e ricordi (in attesa di poter tornare)

Dal 2015 al 2020 siamo volati in Cina, nel periodo compreso tra Natale e l’Epifania. Ogni anno e ogni viaggio è stato per noi del Piccolo Coro dell’Antoniano un’esperienza indimenticabile, come far parte di un concerto della vita, della gioia

Cinque anni in Cina di emozioni e ricordi (in attesa di poter tornare)

Ricordo come fosse oggi il momento in cui in Italia ho incontrato Christine, responsabile per lo Shanghai Children’s Art Theatre e che in un suo viaggio di lavoro venne ad incontrare il Piccolo Coro. Fu evidente che si era creata, attraverso le voci dei bimbi, una grande sintonia e la bellezza di quel momento diventò un‘esperienza di vita quando, insieme a quei bambini, ho volato per la prima volta verso la Cina. Così, dal 2015, è diventata ormai una tradizione quella di festeggiare il nuovo anno con qualche ora di anticipo rispetto all’Italia. Il teatro di Shanghai, dove abbiamo tenuto la maggior parte dei nostri concerti, per quelle poche ma intense giornate diventava a tutti gli effetti la nostra seconda casa; negli anni abbiamo poi arricchito l’esperienza con esibizioni al Jiangsu Center for the Performing Arts di Nanchino e al Tian Qiao Performing Art Center di Pechino, strutture diverse tra loro ma tutte affascinanti e particolari.

Accoglienza, rispetto, entusiasmo e curiosità sono state le emozioni che abbiamo respirato, ma anche molta collaborazione, aiuto e partecipazione. Quando abbiamo visto nel pubblico dei teatri tanti bimbi e genitori che seguivano i nostri concerti cantando anche con noi, è stato come far parte di un concerto della vita, della gioia. Ogni brano costruiva un sogno in più, pieno di luci, colori e sorrisi. Molto l’impegno e la dedizione da parte nostra e io stessa molte volte sono rimasta stupita per l’impegno e la determinazione dei bimbi del Piccolo Coro, che per me sono come ambasciatori di “gioia”. Gli imprevisti però, anche molto buffi, non sono mancati. Ricordo quando al termine di un concerto nel teatro di Shanghai, ad un bimbo, mentre rientrava velocemente inscena, prima dell’acclamato bis, è scivolata via dal piede la scarpa! Lui non ha fatto un cenno, composto e in silenzio, a preso posto, anche se tutti gli amichetti ridevano, perciò ho voluto coinvolgere il pubblico in questo momento spontaneo mostrando io stessa la “scarpa perduta” e restituendola al bambino. Un vero e proprio… show nello show! Allo stesso tempo, è sempre stato sorprendente e calorosa l’accoglienza che lo staff ci ha sempre riservato: cene di accoglienza e di saluto, i piccoli gesti di attenzione per i bambini e le famiglie, l’organizzazione impeccabile in ogni struttura in cui ci siamo recati. Rimarrà sicuramente impresso nei bambini la cura quasi maniacale che il numeroso staff di CCTV, la televisione di cui siamo stati ospiti nell’ultima tournée, ha avuto per tutti: acconciature sistemate fino all’ultimo capello dispettoso, abiti di scena stirati e risistemati fino a poco prima dell’ingresso in scena…

Come dimenticare poi le gite a Pechino, alla Città Proibita, sulla Grande Muraglia, nelle città di Wuzhen e Suzhou – tutti luoghi in cui i bambini hanno potuto toccare con mano una cultura così diversa dalla loro, in alcune occasioni anche letteralmente tramite laboratori di scrittura di ideogrammi o di modellazione di vasi. Conoscere tanti luoghi così diversi ma egualmente interessanti e belli è stata una grande opportunità culturale per tutti noi. Se devo pensare a una cosa in particolare, personalmente la Grande Muraglia mi ha molto colpito. Sapere che è stata costruita e protetta con il sacrificio di tanti mi ha molto coinvolto emotivamente. Penso tuttavia, di non avere mai avuto l’occasione di provare tanto freddo come sulla cima della Muraglia… proprio all’inizio di quest’anno siamo tornati il giorno dopo un’abbondante nevicata: uno spettacolo mozzafiato ma davvero gelido! Nonostante tutto, anche qui la musica mi ha riscaldato. Infatti con il coro abbiamo intonato “The Same Song” e “Mo-li Hua”. Quest’ultima per noi è diventata non solo una canzone ma un momento emotivo e culturale molto importante. Quando l’abbiamo eseguita a teatro, per omaggiare il pubblico, ho sentito come mi avvolgesse un’onda di commozione, gratitudine e stupore da parte di chi era presente. È stato un momento bellissimo di grande scambio. Cantare in cinese è stata una sorpresa per il pubblico ma ha contribuito ad avvicinarci di più, anche se naturalmente la musica è un ponte che va oltre le distanze e le diverse lingue.

Negli anni abbiamo sempre cercato di omaggiare il pubblico cinese con nuove sorprese nella loro lingua: dai brani della tradizione all’ultimo, pop, “The Brightest Star in the Night Sky”. Da Italiana, poi, che ama la buona cucina ho apprezzato tantissimo la cucina cinese. Un mix di “esperienze gustose” che mi facevano desiderare ogni momento a tavola. Le zuppe calde la mattina a colazione, le verdure, l’anatra alla pechinese nei ristoranti che abbiamo visto, e conoscere piatti dai nomi per me impronunciabili, ma dal gusto unico e buonissimo. Ogni giorno cercavo di arrivare a colazione sempre presto per cominciare bene la mia giornata con un buon piatto tradizionale cinese.

Oggi la situazione non ci permette di pensare ed organizzare la prossima volta in cui potremo sentire quel calore e quell’atmosfera ormai familiare data dall’affetto del pubblico cinese… Aspetto il giorno che mi farà rivivere questi sapori e questi
momenti di musica e di vita.

L’autrice, Sabrina Simoni, è la Direttrice del Piccolo Coro Mariele Ventre dell’Antoniano di Bologna

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