A poco meno di un mese dall’inizio del Carnevale 2017, decine di città brasiliane stanno cancellando i festeggiamenti a causa della crisi economica che flagella il gigante sudamericano. Con un PIL che si è contratto del -3,8% nel 2016 e del -3,5% nel 2015, e che quest’anno non dovrebbe arrivare all’1% di crescita, il Brasile sta affrontando il suo peggior momento dal 1929. Una crisi che sta falcidiando le casse pubbliche, soprattutto quelle dei municipi. E in tempi di vacche magre, non si salva neanche la più tradizionale, e famosa, festa brasiliana: il Carnevale.
Molti sindaci hanno già comunicato che non organizzeranno festeggiamenti, soprattutto nelle regioni Sud e Sudest, le più sviluppate e industriali del Brasile. Il che fa presumere che presto verranno imitati anche dai loro colleghi di Nord e Nordest, le regioni più povere. Le grandi sfilate di carnevale, con carri allegorici e ballerine mulatte seminude che ballano samba per le vie principali delle città brasiliane, sono quasi sempre finanziate dai singoli municipi con risorse pubbliche. Spese ingenti per le casse comunali, dato che la produzione di carri - ogni anno sempre più elaborati e complessi - va avanti per buona parte dell’anno, e ogni “Scuola di Samba” (come vengono chiamate le associazioni che partecipano alla sfilata) contratta decine di danzatrici e figuranti, ognuno vestito con un costume sgargiante fatto su misura e solo per quell’occasione. Una distribuzione generosa di risorse pubbliche che si intreccia con manovre di clientelismo politico, acquisto di voti per le elezioni successive e anche con la criminalità organizzata. Tanto che in passato diverse operazioni di polizia avevano portato all’arresto di membri delle Scuole di Samba e di politici locali, accusati di corruzione e appropriazione indebita.
Ma quest’anno la situazione disastrosa dei bilanci locali è stata più forte anche degli equilibri politici, e ha portato alla cancellazione del Carnevale. Città come Lavras, Passos o Pouso Alegre, nello stato di Minas Gerais, Campinas, Piraciaba o São Luiz do Paraitinga, in quello di São Pauo, Rio Grande o Passo Fundo, nel Rio Grande del Sud, hanno ufficialmente cancellato il Carnevale. Tutti municipi con grandi tradizioni carnevalesche. E anche per l’anno prossimo la situazione si preannuncia molto complicata, a meno di un cambiamento di rotta repentino dell’economia del Brasile.
Nonostante ciò, pare che la popolazione brasiliana abbia compreso la gravità della situazione, e benché affezionatissima alla festa-simbolo del Brasile, accetta l’impossibilità di festeggiare in grande stile per le strade. Tuttavia, il clima di austerità non farà scomparire del tutto il Carnevale. A Rio de Janeiro, capitale mondiale del Carnevale, i festeggiamenti sono previsti regolarmente, almeno per ora, nonostante la gravissima crisi economica della città e dello stato. Ma a Rio il Carnevale va oltre il semplice momento di festa, essendo diventato un vero e proprio motore economico per tutta la regione, attirando ogni anno oltre un milione di turisti brasiliani e stranieri e producendo un giro d’affari di oltre 1 miliardo di euro. Nel resto del Brasile ci si accontenterà di sfilate improvvisate, di piccole “rodas de samba” nelle piazze e per le strade, e di brindare con Caipirinhas nei botecos, i tradizionali bar brasiliani.
Perché, alla fine, la crisi economica sta picchiando duro in Brasile, ma il Carnevale brasiliano rimane sempre “la più grande festa del mondo”.
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