Usa, primo caso d'Ebola. Lorenzin: "Pronti per eventuale evacuazione"

Il paziente era di ritorno da un viaggio in Liberia: ha transitato all'aeroporto di Bruxelles. Una volta a casa i primi sintomi

Il dottor Edward Goodman, epidemiologo al Texas Health Presbyterian Hospital
Il dottor Edward Goodman, epidemiologo al Texas Health Presbyterian Hospital

Un paziente ricoverato al Texas Health Presbyterian Hospital di Dallas è il primo caso confermato di Ebola negli Stati Uniti. Un uomo, di cui non sono state rese note l'identità e l'età, ha contratto il virus durante un viaggio in Liberia, iniziando a mostrare i primi sintomi una volta tornato in patria.

Il paziente avrebbe raggiunto Dallas con un volo che da Monrovia, capitale della Liberia, lo avrebbe portato a Bruxelles. Di lì avrebbe poi preso un altro aereo per gli Stati Uniti.

Commentando i fatti, il direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, Thomas Frieden, ha rassicurato sul fatto che chi ha volato con il paziente non è a rischio, sottolineando che "il rischio di trasmissione sul volo è pari a zero". Inoltre il virus è contagioso soltanto quando si manifestano i sintomi, che nel caso del paziente statunitense si sono presentati dopo il suo sbarco.

Nelle scorse settimane alcune persone di nazionalità statunitense sono state colpite da Ebola, ma in tutti i casi si trattava di medici e operatori sanitari, che si sono ammalati mentre lavoravano in Africa ed erano poi tornati a casa per essere curati. Le autorità statunitensi, a quanto scrive la stampa locale, non hanno voluto dire se l'ammalato sia di nazionalità statunitense.

Nel pomeriggio ha parlato dell'argomento anche il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, che ha spiegato che l'Italia è pronta "per l'evacuazione di eventuali nostri pazienti" se fosse necessario, ma che comunque "il tema non è tanto la possibilità che cittadini infetti provenienti

1.538em;">dai Paesi africani possano arrivare in Europa, quanto la possibilità che cittadini europei che operano in quelle nazioni possano infettarsi".

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