Confessioni-strip e abusi: lo scandalo che sconvolge la Chiesa francese

La torbida vicenda, venuta alla luce grazie all'inchiesta di un giornale francese, riguarda la condotta dell'ex prelato Michel Santier

Immagine Wikipedia
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Un nuovo terremoto scuote le fondamenta della Chiesa cattolica in Francia: protagonista della torbida vicenda, fatta di abusi sessuali, insabbiamenti e sanzioni silenziate è l'ex prelato Michel Santier, un tempo vescovo di Lucon (2001-2007) e di Créteil (2007-2021).

Il 5 giugno 2020 annunciò che papa Francesco aveva accettato le sue dimissioni dalla carica ricoperta, presentate già alla fine del 2019 per motivi di salute: un ritiro inatteso e precoce, che anticipava di oltre due anni e mezzo la canonica età di "pensionamento" (75 anni). Si parlò allora di problemi respiratori e di non ben precisate "altre difficoltà". A ciò si aggiunse, almeno secondo dichiarazioni, un ricovero nella primavera del 2020 causa Covid: Santier rimase comunque in carica fino al 2021, quando fu nominato il suo successore.

Gli scandali sessuali

Grazie a un'inchiesta condotta da Famille Chretienne, sono venute a galla alcune torbide verità circa la condotta del prelato, che negli anni '90 era a capo di una scuola di formazione alla preghiera dedicata a ragazzi di età compresa tra i 18 e i 30 anni a Coutances, in Normandia. Qui il vescovo "ha esercitato un'influenza psico-spirituale e ha usato il suo ascendente su due giovani uomini adulti per scopi sessuali". La sua abitudine, come rivelato da Golias, era quella di convincere i propri allievi a effettuare delle confessioni-strip: "Davanti al tabernacolo, il penitente era invitato a togliersi un capo di abbigliamento a ogni peccato confessato. Alla fine dell'operazione arrivava l’assoluzione".

Due delle vittime di Santier hanno trovato il coraggio di farsi avanti nel 2019, guarda caso proprio in concomitanza col sopraggiungere dei problemi respiratori e delle "altre difficoltà" che avevano spinto il prelato a chiedere un anticipo di quasi tre anni sul "pensionamento". E infatti, in data 5 dicembre, l'allora arcivescovo di Parigi Michel Aupetit, responsabile anche della provincia ecclesiastica che comprende Creteil, inviò la segnalazione della denuncia in Vaticano. Papa Francesco accettò la richiesta di dimissioni il 5 giugno 2020, anche se Santier rimase in carica fino al 2021 per consentire la scelta del suo successore. Nell'ottobre del medesimo anno la congregazione per la Dottrina della fede, che si occupa dei processi canonici relativi agli abusi sessuali, notificò al responsabile le sanzioni conseguenti ai suoi atti: sanzioni che prevedevano semplicemente "una vita di penitenza e preghiera" in un monastero. Ciò che sarebbe dovuto rimanere ben nascosto, tuttavia, è emerso grazie a Famille Chretienne.

Il problema per Santier è che tante altre sue vittime hanno deciso di denunciare gli abusi subiti in giovane età negli anni '90, all'epoca in cui lo stesso dirigeva la scuola di preghiera di Coutances (dove ora si è ritirato a vita monastica).

Il terremoto e la rabbia

Il caso dell'ex vescovo, che si aggiunge a una già lunga lista di scandali che ha investito la Chiesa cattolica francese, sta creando sconcerto e rabbia tra i fedeli, in particolar modo per l'insabbiamento della vicenda e il colpevole silenzio di chi ha fatto scudo.

Eric de Moulin-Beaufort, presidente della conferenza episcopale francese ha dovuto esprimersi sulla vicenda. "La rivelazione alla stampa di fatti gravi che coinvolgono mons. Michel Santier è uno choc per molti fedeli, in particolare modo nelle diocesi di Créteil, Coutances e Luçon", ha dichiarato il prelato. Dopo aver espresso vicinanza alle vittime di violenza, ha aggiunto: "Il sentimento del tradimento, la tentazione dello scoraggiamento sono tutte emozioni che capisco e che ci attraversano, così come l'incomprensione e la rabbia di molti per gli atti stessi".

La mancanza di chiarezza è un punto chiave delle accuse: "Sento e ricevo anche le critiche formulate intorno alla mancata comunicazione dei provvedimenti romani quando furono emanati. Non può esserci impunità nella Chiesa, qualunque sia la funzione della persona implicata". Da qui la necessità di un cambiamento.

"Sento anche la richiesta di maggiore chiarezza su queste procedure canoniche e sui provvedimenti che ne possono derivare. Dobbiamo pensare ai cambiamenti nelle nostre procedure, nel modo in cui le conduciamo e comunichiamo i risultati. Questo importante argomento richiede uno studio serio", ha concluso Eric de Moulin-Beaufort.

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