Corea del Nord, uno studio di Stanford rivela che Pyongyang ha continuato a sviluppare il suo arsenale nucleare

Secondo una ricerca dell'Università di Stanford, il regime di Kim-Jong Un, nell'ultimo anno, non avrebbe mai smesso di produrre combustibile nucleare per uso militare. Per gli americani, seppur meno pericolosa, la Nord Corea potrebbe costituire una minaccia per Corea del Sud e Giappone

Corea del Nord, uno studio di Stanford rivela che Pyongyang ha continuato a sviluppare il suo arsenale nucleare

Non avrebbe mai smesso di produrre combustibile nucleare per uso militare, nonostante i colloqui, con gli Stati Uniti, sulla denuclearizzazione della penisola. Al centro della questione, ancora la Corea del Nord di Kim-Jong Un.

A sostenerlo, secondo quanto riportato da Adnkronos, è un rapporto pubblicato in queste ore dal Centro per la Sicurezza internazionale e la Cooperazione dell'Università di Stanford. Secondo lo studio, fatto uscire a poche settimane dal secondo summit tra il leader nordcoreano e il presidente americano, Donald Trump, nell'ultimo anno, il regime potrebbe aver sintetizzato materiale fissile a sufficienza per aggiungere fino a sette bombe atomiche al suo arsenale.

Lo studio dell'arsenale

Siegfried Hecker, tra gli autori della relazione ed ex direttore del Laboratorio atomico di Los Alamos, nel New Mexico, ha spiegato che la produzione del combustibile nucleare in Corea del Nord, nel 2018, sarebbe stata confermata dall'analisi delle immagini satellitari. Secondo lo scienziato, poi, il ritrattamento del combustibile esaurito dalle attività di un reattore da 5 megawatt nella centrale nucleare di Yongbyon, tra il 2016 e il 2018, avrebbe prodotto, infatti, da cinque a otto chilogrammi di plutonio militare. Alla questa lavorazione, poi, si sarebbe aggiunta la produzione di circa 150 chilogrammi di uranio altamente arricchito, che permetterebbe a Pyongyang di aumentare il suo arsenale nucleare di cinque o sette bombe A. Il team di Hecker ha stimato che il numero di ordigni atomici del regime nordcoreano corrispondeva, nel 2017, a circa 30 bombe. Mentre, secondo una stima della Defense Intelligence Agency (DIA), il numero sarebbe più alto, raggiungendo il numero di 50.

Per chi costituisce una minaccia il regime

Lo studio dell'Università di Stanford avrebbe sottolineato anche come la sospensione dei test missilistici da parte della Corea del Nord per aprire la strada ai vertici inter-coreani e al summit con Trump, lo scorso giugno a Singapore, avrebbe ritardato tutti i lavori di miniaturizzazione delle bombe. "Se si osserva l'intero spettro, la Corea del Nord è meno pericolosa oggi di quanto non fosse alla fine del 2017", spiega Hecker.

Ma gli esperti sottolineano anche che, nonostante il regime non possa lanciare una macchina nucleare "con un certo grado di fiducia" nel continente americano, il suo arsenale nucleare potrebbe costituire una vera minaccia per il Giappone e la Corea del Sud.

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