Errori e ritardi nei tracciamenti: intorno all'Italia dilaga il virus

Uno studio pubblicato su Lancet parla di assenza di criteri pubblici per le restrizioni. Ecco gli errori commessi da Madrid e Londra

Errori e ritardi nei tracciamenti: intorno all'Italia dilaga il virus

Spagna e Gran Bretagna hanno avuto problemi durante la gestione del coronavirus e adesso ne pagano le conseguenze. Le curve epidemiche continuano a salire ed entrambe stanno procedendo a nuovi lockdown.

I Paesi analizzati nello studio

Uno studio pubblicato su The Lancet, una delle più importanti riviste scientifiche a livello internazionale, ha analizzato 9 Paesi e le loro risposte all’epidemia che ha messo in ginocchio il mondo in pochi mesi. E di queste Nazioni prese in esame, Spagna e Regno Unito avrebbero commesso diversi e importanti errori, come per esempio nel contact tracing. Madrid avrebbe utilizzato indicatori scelti "senza alcuna ponderazione esplicita nel processo decisionale", Londra invece non si capisce ancora se abbia usato i propri sistemi di allerta. Entrambe hanno comunque revocato e ripristinato le restrizioni "senza seguire criteri espliciti e pubblici".

Lo studio si è basato sull’analisi dell’evoluzione della pandemia in alcuni paesi e territori ad alto reddito, dove per vari motivi sono state allentate le misure di contenimento Nello specifico si tratta di Sud Corea, Hong Kong, Giappone, Nuova Zelanda e Singapore, Germania, Norvegia, Spagna e Regno Unito. Gli ultimi quattro con una situazione sanitaria e sociale indebolita da oltre un decennio di austerità. Gli esperti hanno messo sotto esame le risposte date dai loro governi per far fronte all’epidemia e quelle relative all’allentamento delle restrizioni. Quest’ultimo passaggio sarebbe dovuto avvenire in seguito a 5 requisiti: la conoscenza dello stato dell'infezione, il grado di coinvolgimento della comunità, una giusta risposta da parte del sistema di salute pubblica, l’adeguatezza del sistema sanitario e severi controlli alle frontiere. Fino a quando le nazioni non riescono a soddisfare questi cinque criteri, non dovrebbero pensare di poter allentare le restrizioni alle attività sociali che servono a contenere la diffusione del coronavirus.

Gli errori commessi da Spagna e Regno Unito

Sia a Madrid che a Londra, i governi, attraverso la consultazione di loro esperti, hanno scelto quali restrizioni ridurre, sembra però senza criteri espliciti e pubblici. In particolare, in Spagna, dove si sono registrati 12.272 positivi e 120 decessi, è stato pubblicato “un pannello di indicatori, inclusi parametri epidemiologici, di mobilità, sociali ed economici, senza alcuna ponderazione esplicita nel processo decisionale". Nel Regno Unito invece, dove ieri è stato registrato un record di nuovi contagi, ben 6.874 invece dei 6.634 di giovedì, sembra che l’errore commesso sia da imputare a una mancanza di coordinamento. Infatti, Inghilterra, Galles, Nord Irlanda e Scozia, sono andate avanti seguendo una strategia comune fino a metà marzo, in seguito ognuna si è discostata nei suoi approcci specifici ed è uscita dal blocco. Andando così a interrompere le misure di contenimento che avrebbero potuto limitare la diffusione del virus.

Per esempio, in Inghilterra la distanza di sicurezza da mantenere equivale a un metro, in altre zone si sale a due. Una comunicazione confusa e incoerente ha creato quindi notevoli problemi. Secondo quanto evidenziato dallo studio, il Regno Unito, dal mese di giugno, ha adottato il modello della bolla sociale introdotto dalla Nuova Zelanda. Ovvero, quello che "consente a un gruppo di persone di avere uno stretto contatto fisico tra loro e praticare il distanziamento con soggetti esterni". Inizialmente questi gruppi erano costituiti da familiari, poi si erano allargati agli amici, andando così a unirsi con altre bolle. Il governo di Boris Johnson adesso, in base alle soglie epidemiologiche, sta revocando o ripristinando le restrizioni, in modo però privo di logica. Da ieri sono 16 milioni su 66 milioni, i britannici sottoposti a un lockdown bis localizzato.

Gli errori nel tracciamento

Secondo quanto spiegato nello studio, "sembra intuitivo che uno Stato non debba aprirsi finché non dispone di un sistema di sorveglianza di alta qualità" che si basa su ricerca, test, tracciamento, isolamento e supporto. Spesso però questo punto è stato ignorato e, sia Londra che Madrid, hanno avuto diverse difficoltà. La Spagna è stata costretta a ricorrere ai militari perché rimasta a corto di medici e personale sanitario. Il fatto che mancassero anche guanti e mascherine negli ospedali, ha fatto sì che il personale medico sia arrivato a costituire il 10% dei casi totali di Covid. Intervistato dalla Cnn, Martin McKee, professore di sanità pubblica europea presso la London School of Hygiene e Tropical Medicine, e uno degli autori dello studio, ha spiegato: “Se stiamo assistendo a una recrudescenza della malattia, del numero di casi, è perché abbiamo riaperto troppo presto, è assiomatico”.

McKee ha anche bacchettato Inghilterra, Spagna e Francia, che per lui sono state inadeguate durante le fondamentali attività di rilevamento, tracciamento, isolamento e supporto alle persone potenzialmente infettive. "Nessun paese lo fa perfettamente, in realtà. . . l'Inghilterra lo fa particolarmente male. Anche la Spagna e la Francia non vanno molto bene", ha asserito McKee.

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