Non usa giri di parole Ursula von der Leyen per spiegare cosa accadrà nel prossimo futuro a causa dell’emergenza coronavirus. La presidente della Commissione Ue, in un'intervista rilasciata al quotidiano Bild oggi in edicola, afferma che l’incubo non è ancora concluso e, anche una volta che terminerà l’emergenza e si passerà ad una nuova fase, l’attenzione dovrà mantenersi alta perché il pericolo non potrà dirsi concluso del tutto.
La von der Leyen consiglia agli europei di non prenotare le vacanze estive a causa della pandemia di coronavirus. Pandemia, chiarisce ancora, con la quale dovremo convivere anche nei prossimi mesi: "Vi consiglio di aspettare. Al momento nessuno può fare previsioni affidabili per luglio e agosto", ha dichiarato al quotidiano tedesco.
La presidente della Commissione Ue si spinge oltre e sottolinea che"senza vaccini i contatti con le persone più anziane devono rimanere limitati. Lo so, è difficile e la solitudine pesa. Ma ne va della vita, non solo della propria". Una possibile allusione, questa, ad un lockdown prolungato soprattutto per i soggetti più a rischio.
La von der Leyen ha, infatti, rimarcato che mentre asili e scuole probabilmente apriranno prima, nel caso degli anziani si dovrà aspettare di più: "Dovremo imparare a vivere con il virus per molti mesi, probabilmente fino all'anno prossimo", ha aggiunto spiegando che bisogna essere pronti a"proteggere chiaramente più a lungo" gli anziani e chi ha patologie pregresse perché il vaccino non arriverà entro quest’anno. La ricerca sta procedendo soprattutto grazie a due team in Europa che prevedono di iniziare presto i test clinici. Ma anche in quel caso, bisogna essere pazienti perchè successivamente "ci sono passi per l'approvazione e la produzione su larga scala. Spero sviluppino un vaccino per la fine dell'anno, in modo che le vaccinazioni vengano effettuate rapidamente. Stiamo già parlando" con aziende "per la produzione globale".
Secondo la presidente della Commissione in Europa c'è la "volontà di sostenere insieme" l'impatto della pandemia di coronavirus. "All'inizio- ha continuato- era molto alto il pericolo che l'Ue si spezzasse: c'era una mancanza di solidarietà, ognuno vedeva solo i propri problemi, i confini venivano chiusi senza consultarsi con gli altri". Poi la situazione è mutata tanto che i Paesi membri "si sono anche accorti che i propri problemi in questo modo peggioravano". Ora, ha aggiunto la von der Leyen, "si trovano soluzioni che fino a sei settimane fa erano ancora impensabili: così crescono il senso di comunità e la fiducia".
La stessa presidente della Commissione ha ammonito che per il progressivo ritorno alla normalità sarà necessario procedere con grande attenzione: "Non parliamo di date, perché i Paesi membri attraversano stadi diversi nella pandemia e ogni Paese decide per sé". Von der Leyen ha aggiunto "di non voler decidere centralmente, dato che a Milano la situazione è molto diversa da Muenster, così com'è diversa da aree cittadini da quelle di campagna. Ma la forza dell'Europa è che non decide uno solo.
Possiamo imparare molto l'uno dall'altro e iniziare nelle regioni degli allentamenti passo per passo. Per esempio i danesi aprono adesso le scuole e gli asili. Gli scienziati misurano che effetto questa ha sul virus. E di questo beneficiano tutti i Paesi”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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